Elezioni Europee: cresce l’astensione e i sondaggi rischiano di sbagliare. Il Pd può ancora perdere?

Marta Panicucci

7 Maggio 2014 - 16:26

L’astensione e l’indecisione degli italiani rappresentano una pesante incognita sulle elezioni europee del 25 maggio. I sondaggi sono ancora molto cauti nel fare previsioni sul vincitore

Elezioni Europee: cresce l’astensione e i sondaggi rischiano di sbagliare. Il Pd può ancora perdere?

A meno di 20 giorni dalle elezioni europee il panorama intorno alla tornata elettorale europea non potrebbe essere più confuso. Da una parte secondo i sondaggi cresce il partito dell’astensione o di coloro che dichiarano la propensione verso un partito, ma ammettono la possibilità di cambiare idea. Dall’altra ci sono i sondaggi che dopo la débâcle delle elezioni del 2013 dove hanno clamorosamente sottostimato il Movimento 5 Stelle, questa volta sono molto più cauti nel dispensare certezze e previsioni.

A meno di tre settimane dalle elezioni europee tutto può ancora succedere.

Astensione e indecisione
Secondo l’istituto Demopolis, le intenzioni di voto degli italiani per le elezioni europee sono ancora molto instabili e plasmabili grazie alle capacità comunicative dei leader dei vari partiti in campo. Secondo il sondaggio svolto per l’Espresso, cresce anche questa settimana il numero degli elettori che propendono per l’astensione.

La strada che ci accompagna verso il 25 maggio sembra essere piena di sorprese e colpi di scena. Demopolis infatti delinea un quadro elettorale molto mutevole che potrebbe subire cambiamenti significativi nelle ultime settimane di campagna elettorale che condurranno al voto per le elezioni europee.

Tra gli elettori delle principali forze politiche sono ancora molti i dubbi. "Ad incidere sulle scelte degli italiani, ricorda il direttore di Demopolis Pietro Vento, saranno ancora una volta i principali leader politici e la loro abilità mediatica nelle ultime settimane che precedono il voto".

Il sondaggio
La prima notizia che emerge dal sondaggio di questa settimana è che il ritorno di Silvio Berlusconi in tv non ha prodotto gli effetti sperati dai forzisti. Secondo il direttore di Demopolis Pietro Vento, "il voto del 25 maggio si profila sempre più come una sfida elettorale tra Matteo Renzi e Beppe Grillo. In un voto fluido e d’opinione, come quello per le Europee, sono possibili comunque molte sorprese: il tasso di affluenza alle urne potrebbe divenire l’elemento decisivo nella misurazione del consenso ai partiti".

Ed è proprio su questo punto che si gioca la partita delle europee.

L’immagine di Demopolis prevede una percentuale del 33% per il Pd, del 25,5% del Movimento 5 Stelle e del 17,4% per Forza Italia. Ma quest’anno più che mai, per evitare di incorrere nel pericolo di sottovalutare qualche forza in capo, il sondaggio indica anche un’interessante percentuale di "bacino potenziale".

Poniamo l’ipotesi che il Pd si attesti al intorno al 33% come stimato dall’istituto Demopolis e il Movimento 5 Stelle ripeta l’inaspettato exploit del 2013 sfruttando a pieno il suo bacino potenziale: Grillo vincerebbe le elezioni con il 34% dei voti.

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