Elezioni 2013, flussi elettorali: PD e Pdl perdono consensi

Daniele Sforza

27/02/2013

Elezioni 2013, flussi elettorali: PD e Pdl perdono consensi

Dopo il (prevedibile) shock del voto italiano, è tempo di analisi: dalle elezioni 2013 è uscito un vincitore, Beppe Grillo, e tanti, tantissimi sconfitti. Come ha potuto il Movimento 5 Stelle, nato praticamente dalla volontà (e dall’indignazione) dei cittadini e di un comico genovese, senza partecipare a dibattiti televisivi ma accontentandosi solo di esprimere il proprio dissenso su internet e nelle piazze e comunicando i propri progetti solo sulla piattaforma virtuale, raggiungere il consenso di circa 1 elettore su 3? Si tratta di un fenomeno mediatico? Sociologico? Psicologico? E da dove sono venuti tutti i voti che ha preso Grillo? Da ovunque, secondo lo studio dei flussi elettorali.

Beppe Grillo ha preso voti da tutti

Sono stati ben 16 milioni i voti che hanno subito uno spostamento in queste elezioni, secondo la ricerca condotta da Renato Mannheimer sul Corriere della Sera: Beppe Grillo ha conquistato molti delusi da tutti i partiti, prevalentemente da PD e Pdl, ma non solo. Anche gli astenuti delle elezioni 2008 sono stati attirati dal carisma del comico, così come circa il 16% dei voti "della prima volta". In base a questa analisi si può dunque notare come il Movimento 5 Stelle abbia fatto breccia nel cuore dei delusi e dei rassegnati, così come dei giovanissimi, attratti dalla carica degli ideali ma anche dalla diffusione via internet, e di quelli che non hanno partecipato alla vita politica nelle ultime tornate. Sotto questo aspetto si può dunque comprendere come moltissimi elettori abbiano trovato in Beppe Grillo l’unica alternativa a quello che hanno rifiutato da tempo o che hanno cominciato a rifiutare di recente, ovvero la politica dogmatica dei soliti noti e delle solite promesse. Da questo punto di vista si può comprendere anche come oggi, negli ambienti della sinistra (e non solo), si rimpianga che non sia stato Matteo Renzi a vincere le primarie del PD.

Pdl e Lega a picco

Sul fronte del Centrodestra, il Pdl di Silvio Berlusconi ha perso circa 6 milioni di voti, nonostante la miracolosa rimonta effettuata nell’ultimo mese di campagna elettorale. Dal Pdl gli elettori sono confluiti prevalentemente nell’astensionismo e in minor parte nel Movimento 5 Stelle di Grillo.
La Lega Nord, dopo gli ultimi scandali che hanno visto al centro della tormenta Umberto Bossi e figlio e l’opera di repulisti perpetrata da Roberto Maroni e gli altri superstiti del partito, ha perso la metà dei voti rispetto alle ultime elezioni, incassandone circa 1,4 milioni. Le maggiori perdite si sono riscontrate nelle regioni "storiche", ovvero Lombardia e Veneto. Drastiche le perdite anche in Piemonte.
L’analisi di questo (de)flusso elettorale si determina non solo sulla mancanza di una seria alternativa a Berlusconi, costretto a ritornare in campo e principale promotore della rimonta del Centrodestra, ma anche a un clima di totale sfiducia nei confronti della Lega Nord, che dopo gli ultimi scandali ha considerevolmente perso di credibilità.

La débacle della sinistra

Il PD è riuscito a fare persino peggio del 2008, essendo riuscito a confermare solamente il 61% degli elettori del 2008. Una buona parte ha invece preferito cambiare direzione, passando al Movimento 5 Stelle, mentre alcuni sono passati a Sinistra Ecologia e Libertà di Nichi Vendola. Le maggiori perdite di elettori si sono riscontrate nelle storiche Emilia-Romagna e Toscana, ma anche nel Lazio e in Puglia. Hanno pesato sul PD lo scandalo Mps, l’assenza di carisma da parte di Pierluigi Bersani, una campagna elettorale poco incisiva e i progetti di alleanza con Mario Monti.
Diverso il discorso per Rivoluzione Civile Ingroia, che è riuscito a convincere solamente gli ex elettori di Italia dei Valori}

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