Lo scenario di ieri è cambiato più volte. Nel corso della giornata una serie infinita di numeri, previsioni, exit poll, instant poll si è riversata sugli italiani curiosi di sapere chi li avrebbe governati per i prossimi anni. È stata una giornata convulsa, in cui è stato chiaro ben presto che il risultato uscito dalle urne avrebbe delineato un Paese sull’orlo dell’ingovernabilità.
Lo spoglio, seguito in diretta da diverse trasmissioni di informazione, ha inizialmente annunciato la vittoria del centrosinistra, poi il recupero del centrodestra spinto soprattutto da alcune regioni, alla fine il testa a testa che ha decretato la vittoria della coalizione di centrosinistra alla Camera, ma di un soffio.
Il Senato esce spaccato in due, presentando al paese una situazione ancora più confusa di quanto le analisi e le previsioni degli ultimi giorni avessero preannunciato.
Alla Camera vittoria risicata
Alla Camera dei deputati Bersani ottiene, per una manciata di voti, il premio di maggioranza. Lo scarto è talmente esiguo da spingere il segretario del Pdl Angelino Alfano a chiedere al Viminale di annunciare il “too close to call” ufficializzando di fatto una parità tra i due schieramenti. Il Ministero ha fatto sapere che andrà avanti fino all’elaborazione dei dati definitivi e attenderà le verifiche degli uffici elettorali della Cassazione.
Questa la spartizione dei seggi tra le coalizioni che sono entrate in Parlamento:
| Coalizione | percentuale | seggi ottenuti |
| Centrosinistra | 29,6% | 340 |
| Centrodestra | 29,1% | 124 |
| Centro a sostegno di Monti | 10,6% | 45 |
| Movimento 5 stelle | 25,5% | 108 |
Boom del Movimento 5 Stelle
Nella confusione generale, data da cambi improvvisi di scenari e di percentuali, un dato si è imposto con forza su tutti gli altri: il successo del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Alla Camera si afferma come primo partito con il 25,5% (il Pd da solo ha ottenuto il 25,4%) facendo il suo fragoroso ingresso in Parlamento. I grillini saranno una squadra numerosa, 108 alla Camera e 54 al Senato e sembrano presentarsi come l’ago della bilancia all’interno di un Parlamento difficilmente governabile.
Come direbbe Belle Grillo il Movimento 5 Stelle ha senza dubbio “fatto il botto” attestandosi come primo partito d’Italia e come terza forza del paese, dopo Pd e Pdl che superano il M5S solo grazie alle coalizioni con gli altri partiti. I grillini annunciano di non essere disposti ad alcun inciucio con gli altri partiti presentandosi fin dall’inizio come un grosso punto interrogativo sulla prossima legislatura.
Senato spaccato
Il Senato, come previsto, esce dalle urne spaccato a metà. Ancora in balìa di una legge elettorale che prevede l’assegnazione dei seggi a livello regionale, Palazzo Madama resta bloccato e restituisce al Paese una maggioranza non autosufficiente. Questa la spartizione dei seggi:
| Coalizione | percentuale | seggi ottenuti |
| Centrosinistra | 31,6% | 121 seggi |
| Centrodestra | 30,7% | 117 seggi |
| Con Monti per l’Italia | 9,1% | 22 seggi |
| Movimento 5 Stelle | 23,8% | 54 seggi |
Apertura Piazza Affari
I risultati usciti dalla urne spaventano Piazza Affari che registra un netto crollo in apertura. Il Ftes Mib cede il 5%, i titoli bancari hanno registrato pesanti ribassi.
All’indomani delle elezioni che hanno disegnato il profilo di un Paese difficilmente governabile, con il Senato spaccato e una vittoria risicata alla Camera fanno tornare sui mercati lo spettro dell’instabilità del bel Paese; il risultato è lo spread che vola in apertura a 347 punti.
Gli analisti di Jp Morgan che attribuivano a questo risultato elettorale il 5% di probabilità hanno così commentato:
Il fallimento da parte del centro-sinistra anche con il supporto del centro del raggiungimento di una maggioranza al Senato costringerebbe a tortuosi negoziati per estendere la maggioranza ad altri soggetti e non sarebbe gradito dai mercati finanziari, spingendo i rendimenti, almeno inizialmente, di almeno 40 punti base.
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