Elezioni 2013, Berlusconi, Bersani, Grillo, Monti: come li vede la stampa estera?

Daniele Sforza

21 Gennaio 2013 - 17:10

Elezioni 2013, Berlusconi, Bersani, Grillo, Monti: come li vede la stampa estera?

Le elezioni 2013 in Italia, Repubblica Ceca e Germania, secondo alcuni, muteranno il volto dell’Europa come lo conosciamo. Sempre che non tutto resti uguale, ma i dubbi a tal proposito sono molteplici. Al momento è fuori di dubbio che siano le elezioni politiche italiane 2013 le più attese del momento. Dall’estero guardano con molto interesse agli scenari che stanno rivoluzionando il panorama politico dell’ultimo periodo.

Chi è l’uomo giusto per guidare l’Italia?

Prendiamo Beppe Grillo, ad esempio, considerato da più parti una mera espressione del disgusto dell’elettorato italiano nei confronti dei (soliti) politici.

Mario Monti, invece, elogiato e incensato fino a poco tempo fa, sta cominciando a essere la fonte dei primi scetticismi: secondo un editoriale di Wolfgang Münchau, editorialista del Financial Times, "Monti non è l’uomo giusto per guidare l’Italia", per diversi motivi che sottostanno alle logiche e alle posizioni future che l’Italia avrà nei confronti dell’euro (o viceversa).

Il ritorno di Silvio Berlusconi in politica, inizialmente bollato dai principali giornali stranieri come una boutade di un uomo che non conosce limiti, sta adesso riacquistando particolare credibilità: il recupero del Pdl nei sondaggi e la recente coalizione rinnovata con la Lega Nord, stanno infatti spingendo la coalizione di Centrodestra a un maggiore consenso da parte dell’elettorato.

Il PD di Pierluigi Bersani, invece, dato quasi per vincitore certo fino a poche settimane fa, viene trattato con la dovuta accortezza: l’unico rischio proviene da un vizio proprio del Centrosinistra, ovvero quello di formare una coalizione stabile e libera da dissidi interni. Le idee chiare di Bersani, la possibile collaborazione con Monti, l’affinità con Hollande: sono questi i principi cardine per cui i giornali stranieri guardano a lui come il futuro premier del nostro Paese.

Lombardia come Ohio

Tuttavia alla luce di queste considerazioni, emerge un problema: il Senato. E’ qui infatti che si gioca la partita decisiva delle prossime elezioni italiane, e non a caso la Lombardia, regione dove più viene rappresentato lo stallo elettorale, diventerà per l’Italia quello che l’Ohio è stato per le elezioni USA 2012.

A sottolineare questo scomodo paragone, è stato il Wall Street Journal, che ha definito la Lombardia un vero e proprio inferno italiano, il vero "campo di battaglia" che deciderà il futuro premier italiano. A quanto riporta il WSJ, la proliferazione delle liste nelle schede elettorali è un segnale paradigmatico di come "perdere una regione è molto più grave che in passato". "In un quadro di bipolarismo", conclude il WSJ "perdere la Lombardia sarebbe come passare dal paradiso al purgatorio, ma nel quadro di attuale di quadripolarismo (Bersani, Berlusconi, Monti e Grillo, ndr), sarebbe piuttosto come andare direttamente dal paradiso all’inferno".

Berlusconi e gli euroscettici

Il New York Times si focalizza invece su Berlusconi, reo di movimentare le elezioni italiane, attraverso il suo ritorno in politica.
La stampa estera, tuttavia, non è stata mai molto clemente con il Cavaliere. Prendiamo lo Zeit, ad esempio, che titola: "Berlusconi non è l’Italia": un incipit decisamente paradigmatico. Lo Zeit tuttavia ha il vizio, almeno per buona parte degli italiani, di considerare Mario Monti lo specchio pacato dell’Italia. Con ogni probabilità sarebbe lui, o al massimo Bersani, il migliore futuro premier italiano. Di certo non Beppe Grillo, populista alla pari di un Berlusconi o di un leghista qualsiasi, colpevoli principalmente per il loro euroscetticismo.

Il cambiamento di Mario Monti

Il Welt cita Eugenio Scalfari sin dal titolo del suo articolo: "La mutazione di Mario Monti". Dopo aver annunciato gli elogi da parte del cardinale Angelo Bagnasco e del sostegno finanziario di Montezemolo e dell’Associazione Cattolica Sant’Egidio, il Welt riferisce espressamente l’attacco dell’editorialista di La Repubblica ai danni dell’ex premier: "Anche tu, caro Monti, sei molto cambiato. Mi piaci per quello che hai fatto e che eri, ma nel tuo ruolo attuale, mi preoccupi per quello che sei ora e riesci perfino a spaventarmi per quello che potresti fare se, non vincendo il piatto, lo vorrai comunque tutto per te".

Il fenomeno Beppe Grillo

E Beppe Grillo? Come lo vede la stampa estera? Dei rapporti tra il comico genovese e i (mass) media italiani ormai si sa di tutto e di più, ma fuori dai confini italiani è diverso? In buona parte, sì. Se nella primavera scorsa il Time lo definì "la figura politica più potente in Italia", oggi il leader del Movimento 5 Stelle sembra aver perso buona parte del suo charme, ma resta comunque in piedi la sua immagine di leader di quegli italiani che della solita politica ne hanno le scatole piene. Beppe Grillo sarebbe così il "mostro" generato dal sonno della politica: populista, euroscettico, per certi versi anche antidemocratico, ma comunque un segnale evidente dell’indignazione italiana, come recita l’argentino La Naciòn. Un emblema, insomma, che fa sembrare la sua antipolitica più politica di quella di Berlusconi, Monti, Bersani & co.

Conclusioni

Quel che è certo, da ciò che emerge da queste analisi incrociate, è che le elezioni 2013 in Italia siano viste per lo più come un voto sull’euro che come un voto politico. Come furono viste quelle in Grecia, e questo, per certi versi, risulta alquanto preoccupante. La priorità italiana deve essere la crescita, non l’amicizia o i contrasti con la Germania o la sottomissione ai diktat della troika. Ma lo "spettacolo", una delle parole più ripetute dai media stranieri, della politica di oggi, sembra solo voler fagocitare se stesso.

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