Egitto, Giulio Regeni: la sparizione, le torture e l’omicidio del dottorando italiano dell’Università di Cambridge sono solo la punta dell’iceberg. Ecco la verità sull’Egitto nel rapporto di Amnesty International.
Egitto: dietro l’omicidio di Giulio Regeni c’è altro?
La sparizione del 27 enne Giulio Regeni, il cui corpo massacrato da torture e sevizie fu ritrovato il 3 febbraio 2016 dopo più di un mese dalla scomparsa, non è un caso isolato a Il Cairo.
Lo rivela un rapporto di Amnesty International pubblicato ieri dal titolo inequivocabile “Egitto, tu ufficialmente non esisti”, in cui viene denunciata la sparizione di almeno 3-4 persone al giorno dall’inizio del 2015, molte delle quali adolescenti. Il caso di Giulio Regeni non sarebbe quindi un caso isolato.
Il report, redatto in collaborazione con alcune Ong del posto e giornalisti, disvela un’inquietante realtà: tantissimi i casi di persone scomparse per giorni e mesi prima che se ne sapesse l’arresto. L’accusa di Amnesty cade sulla testa della polizia segreta, conosciuta già ai tempi di Mubarak per le gravissime violazioni ai diritti umani e gli abusi perpetrati impunemente.
Amnesty: in Egitto arresti e detenzioni arbitrarie
Le forze di sicurezza hanno arrestato 11.877 membri di "gruppi terroristici" tra gennaio e la fine di settembre, secondo le forze di pubblica sicurezza operative per conto del Ministero dell’Interno.
Il giro di vite è stato pensato per includere membri e sostenitori dei pericolosi Fratelli Musulmani e altri detrattori del Governo, ma molti accusati di crimini politici sono stati tenuti in detenzione prolungata senza accusa, né processo.
Entro la fine dell’anno almeno 700 persone sono state inoltre costrette alla detenzione preventiva per più di due anni senza essere state condannato da un tribunale, una violazione del limite di due anni imposto per questo tipo di circostanze regolate dalla legge egiziana.
Amnesty: in Egitto sparizioni forzate e processi lampo
Molti gruppi per i diritti umani hanno riferito di aver ricevuto decine di reclami per i casi di persone arrestate dalle forze di sicurezza e poi detenute in isolamento in condizioni che in alcuni casi erano simili a una sparizione forzata.
Moltissimi i casi di processi lampo e iniqui in cui i tribunali sbrigavano le cause come pure formalità, numerose anche le confessioni false estorte con la violenza ai detenuti.
Amnesty: in Egitto torture e sevizie
Molti detenuti dalle forze di sicurezza dello Stato e dall’intelligence militare sono stati torturati, anche tramite percosse e sottoposti ad elettroshock o appesi per i piedi. Le forze di sicurezza hanno picchiato spesso i detenuti al momento del loro arresto o durante il loro trasferimento tra le stazioni di polizia e le prigioni.
Nel 2016 ci sono state segnalazioni di decessi in custodia a seguito di torture e altri maltrattamenti o per la mancanza di accesso ad adeguate cure mediche.
Questo non stupisce considerando che condizioni di detenzione nelle carceri e nelle stazioni di polizia sono in degrado. Le celle sono gravemente sovraffollate e malsane e in alcuni casi i funzionari hanno impedito alle famiglie e agli avvocati di portare cibo o medicine ai prigionieri.
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