Droga, prostituzione e contrabbando nel Pil: sull’Italia l’impatto maggiore d’Europa. Ecco quanto pesa l’illegalità

Marta Panicucci

13 Ottobre 2014 - 09:40

Con la metodologia Sec2010 il peso di droga, contrabbando e prostituzione entra nel calcolo del Pil. A livello europeo l’impatto maggiore si registra in Italia e Spagna. Ecco quando pesano le attività illegali negli altri paesi europei.

Droga, prostituzione e contrabbando nel Pil: sull’Italia l’impatto maggiore d’Europa. Ecco quanto pesa l’illegalità

Da settembre 2014 droga, prostituzione e contrabbando sono entrati nel calcolo del Pil del Paese. Italia e Spagna condividono il primato del maggior impatto delle attività illegali sul calcolo del Pil. La modifica dei sistemi di calcolo, che hanno permesso a droga, prostituzione e contrabbando di entrare nel Pil, ha delle ricadute importanti su alcuni parametri economici del paese, ma anche sulla pressione fiscale che ricade sui cittadini.

Sec2010
La nuova metodologia di calcolo del Pil Sec2010 ha sostituito la precedente Sec95. Come spiega l’Istat, il Sec2010 definisce i principi e i metodi di contabilità nazionale a livello europeo: fissa in maniera sistematica e dettagliata il modo in cui si misurano le grandezze che descrivono il funzionamento di un’economia. Rispetto alla precedente versione del 1995, il Sec2010, entrato in vigore da settembre, prende in considerazione anche droga, prostituzione e contrabbando.

Cosa cambia
La nuova metodologia di calcolo interessa aspetti molto importanti dell’economia del paese. Ad esempio la determinazione del rapporto deficit/Pil e debito/Pil rappresentano i Parametri di Maastricht e sono fondamentali per la definizione della situazione della finanza pubblica del paese. Ma non solo: il Reddito nazionale lordo è utilizzato dall’Ue per determinare il contributo di ciascun paese al bilancio dell’Unione; dal Pil pro capite regionale dipende l’attribuzione dei fondi strutturali alle regioni dell’Unione europea.

Ma non solo. La determinazione del Pil incide anche sul calcolo della pressione fiscale a carico dei cittadini. La Cgia ha lanciato l’allarme nel mese di settembre: "Il carico fiscale sui cittadini è spaventoso". Perché è vero che con un Pil più alto la pressione fiscale generale scende, ma quella reale invece, calcolata dalla Cgia, aumenta notevolmente. Questo accade perché le attività che rientrano nel calcolo del Pil non pagano le tasse; essendo attività illegali, e quindi sconosciute alle forze dell’ordine e al Fisco, non rientrano tra quelle tassate. Alla fine quindi il maggior peso fiscale ricade sui cittadini, che con attività legali, pagano le tasse.

Impatto sul Pil in Europa
La nuova metodologia Sec2010 non vale soltanto per l’Italia, ma è stata introdotta a livello europeo. E’ interessante vedere quanto il calcolo di droga, contrabbando e prostituzione incida sul Pil dei vari paesi europei:

  • Italia: il primato va al Belpaese. Le attività illegali in Italia incidono per quasi un punto di Pil, per 15,5 miliardi di euro, pari allo 0,9% del Pil. Lo smercio di droga, calcola l’Istat, pesa sul Pil per 10,5 miliardi di euro; la prostituzione vale 3,5 miliardi, mentre il valore stimato delle attività di contrabbando è pari a 300 milioni.
  • Spagna: segue a ruota l’Italia. Qui le attività illegali valgono lo 0,87% del Pil: ben 9,4 miliardi. A pesare maggiormente il traffico di droga che da solo vale circa mezzo punto di Pil. La prostituzione invece rappresenta lo 0,35 per cento.
  • Olanda: il paese dei coffee shop e del quartiere a luci rosse. Qui il valore aggiunto stimato per la vendita della droga è di 1,03 miliardi. La prostituzione vale 540 milioni, il traffico di merci rubate 279 milioni e quello delle scommesse 171 milioni. Le attività illegali nel complesso incidono sul Pil per 2,63 miliardi.
  • Gran Bretagna: soprattutto droga e prostituzione incidono sul calcolo del Pil che aumento così di 10,5 miliardi, circa lo 0,7%. Circa 8,4 miliardi deriva dal traffico di droga, mentre il resto arriva dalla prostituzione.
  • Francia: stima l’impatto della droga nel calcolo del Pil in circa 2 miliardi di euro, lo 0,1% del Pil. Per quanto riguarda la prostituzione, in Francia è legale a patto che non derivi da sfruttamento e l’Insee, l’ufficio di statistica parigino, ha deciso di non considerare la prostituzione clandestina.
  • Germania: anche qui, come in Francia, l’impatto della prostituzione era già calcolato nel Pil del Paese. La Germania quindi rendo noto soltanto il dato sulla droga che vale 1,52 miliardi, lo 0,1% in più per il Pil.
  • Polonia: l’impatto delle attività illegali supera quello di ricerca e sviluppo. Il traffico di droga contribuisce al calcolo della ricchezza per 2,3 miliardi di euro, la prostituzione porta a una crescita di 157 milioni, mentre la parte restante deriva dal contrabbando per un totale di 3,1 miliardi di euro.
  • Belgio: le attività illegali belga fanno crescere il Pil dello 0,36% del Pil. Il contributo più consistente arriva dalla droga che vale lo 0,25% , pari a 903 milioni di euro.
  • Austria: l’impatto delle attività illegali in Austria fa già parte del calcolo del Pil a partire dal 2008. Per il 2013 il valore aggiunto stimato è di circa 460 milioni, pari allo 0,15% del Pil.
  • Svezia: calcola le attività illegali nel Pil dal 2005. Secondo Stoccolma le attività illegali valgono lo 0,17% del Pil pari a 5,3 miliardi di euro, di questi circa la metà deriva dal traffico di droga.

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