Mario Draghi ha parlato ieri sera a Francoforte, senza aggiungere nuovi dettagli alle future strategie monetarie della BCE. Il cambio Euro/Dollaro resta debole sotto 1,10
Ieri sera il governatore della BCE, il banchiere italiano Mario Draghi, ha tenuto un discorso all’inaugurazione degli European Cultural Days 2015 organizzati dall’Eurotower a Francoforte. Quando parla il numero uno della banca centrale europea, gli investitori prestano sempre grande attenzione alle sue parole in quanto il 68-enne banchiere capitolino ha sempre dimostrato di essere coerente e affidabile durante i suoi discorsi. All’evento di ieri Draghi non si è sbilanciato molto sulle future strategie di politica monetaria della BCE, ripercorrendo per grandi linee la forward guidance già evidenziata nel corso delle sue ultime conferenze.
Draghi ritiene che il piano di quantitative easing stia funzionando bene, aiutando famiglie e imprese a venir fuori dalla crisi economica. Inoltre il numero uno dell’istituto di Francoforte è fiducioso sul tema caldo dell’inflazione, nonostante resti ancora schiacciata verso lo zero e lontana dal target di medio periodo del 2%. Il banchiere romano non dovrebbe deludere i mercati nella riunione di dicembre, procedendo con il rafforzamento del programma di acquisto titoli attualmente fermo da marzo scorso a 60 miliardi di euro al mese.
Il piano di “QE2” potrebbe essere esteso, forse fino alla metà del 2018 secondo Standard & Poor’s, e comprendere anche altri asset (si parla addirittura di azioni). Un’altra misura allo studio presso il Comitato di politica monetaria della BCE è il taglio dei tassi sui depositi presso l’istituto di Francoforte, che già oggi sono su valori negativi (-0,2%). La liquidità delle banche dovrebbe così essere dirottata ancor di più nell’economia reale, favorendo la ripresa dei consumi e la probabile risalita dei prezzi.
Sul fronte valutario è atteso un ulteriore deprezzamento dell’euro, che secondo molte banche d’affari dovrebbe chiudere il 2015 sotto quota 1,10 sul dollaro americano. Ieri le parole di Mario Draghi non hanno avuto un grosso impatto sull’andamento del cambio Euro/Dollaro, che in giornata aveva accusato comunque un netto calo dai top intraday di area 1,1030. I prezzi sono scesi fin sotto 1,0950, ma nel mirino c’è il supporto di breve termine di 1,09. In caso di discesa al di sotto di questo livello tecnico, la quotazione potrebbe diminuire ancor di più fino al successivo supporto chiave di area 1,08.
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