L’Istat continua a promulgare bollettini di guerra, e quando si parla di disoccupazione c’è solo che da piangere. Nuovo record per i disoccupati italiani a ottobre, diventati 2 milioni e 870mila, che polverizza i record precedenti dall’inizio delle serie storiche mensili (gennaio 2004) e dall’inizio delle serie trimestrali (1992).
Preoccupa notevolmente la disoccupazione giovanile.
Record impressionanti per i disoccupati italiani
Continua a incrementare il tasso di disoccupazione, toccando in ottobre quota 11,1%: +0,3% rispetto a settembre e +2,3% rispetto allo stesso periodo nel 2011. La crescita della disoccupazione riguarda in egual misura uomini e donne.
Stabile il numero degli occupati, fermo, come a settembre, a 22 milioni e 930 mila.
Cifre impressionanti se si confronta il numero dei disoccupati del terzo trimestre 2012 con quello del terzo trimestre 2011 (+30,6%).
L’allarme coinvolge anche i lavoratori a tempo, che stabiliscono un nuovo record: nel terzo trimestre 2012 i precari sono 2 milioni 447mila, a cui vanno aggiunti 430mila collaboratori.
I folli numeri della disoccupazione giovanile
Cresce a dismisura anche il numero dei giovani disoccupati: nella fascia comprendente i ragazzi tra i 15 e i 24 anni, sono ben 639mila (ovvero il 10,6%) a cercare lavoro, per un tasso di disoccupazione che raggiunge l’impressionante quota del 36,5% (+0,6% rispetto a settembre, +5,8% rispetto all’anno scorso).
A quanto rileva l’economista di Ing Paolo Pizzoli "si conferma la dinamica osservata nei mesi precedenti: gli occupati continuano a tenere, ma cresce il numero degli inattivi, ovvero di quelle persone che possono permettersi di non avere un lavoro. Il problema è che quando si mettono a cercarne uno, non riescono a trovarlo e quindi diventano istantaneamente disoccupati".
Una situazione, questa, destinata a crescere, visto il maggior impoverimento delle famiglie e la sempre più crescente necessità di trovare un lavoro.
Secondo la maggior parte delle previsioni, il tasso di disoccupazione è destinato a crescere fino alla metà del 2013, periodo nel quale dovrebbe stabilizzarsi e cominciare a calare.
Secondo il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, il 2013 sarà un anno da incubo: "Il 2013 sarà ancora più pesante del 2012 riguardo all’occupazione". Secondo la Camusso i dati dell’Istat "confermano che l’effetto recessivo delle politiche economiche è stato molto profondo e che la scelta di non occuparsi di politiche di sostegno ai redditi più deboli e di politica industriale determinano una crescente crisi dell’occupazione e del sistema produttivo e il prezzo più alto di tutto questo lo paga il Mezzogiorno". La soluzione, per la Camusso, risiede negli investimenti: senza di questi l’economia italiana è destinata a precipitare.
Grave situazione in Grecia e in Spagna
Cresce, leggermente rispetto al mese scorso (+0,1%), più significativamente su base annua (+1,3%), anche il tasso di disoccupazione nell’Eurozona, raggiungendo quota 11,7% (18,7 milioni di disoccupati). Spagna e Grecia restano sul podio, sfoderando cifre impressionanti (oltre il 25%), soprattutto sotto l’aspetto della disoccupazione giovanile (verso il 60%). Subito dietro, l’Italia insegue in questa folle rincorsa.
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