Diritto al trasferimento per i genitori: quando ci si può avvicinare ai figli?

Stefania Manservigi

31 Marzo 2018 - 11:00

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I dipendenti pubblici possono chiedere il trasferimento in caso di figli piccoli: ma cosa prevede la legge? Quando la richiesta può essere rifiutata? Ecco quello che c’è da sapere.

Diritto al trasferimento per i genitori: quando ci si può avvicinare ai figli?

In un mercato del lavoro sempre più dinamico e flessibile come quello attuale non è sempre facile per i genitori con figli piccoli conciliare le esigenze della vita familiare con le necessità della sfera professionale.

Soprattutto per quanto riguarda i dipendenti pubblici può capitare di essere assegnati a una sede lontana dalla città dove esercita l’attività professionale l’altro genitore, con evidenti ricadute negative proprio nella gestione della vita familiare.

Cosa si può fare in questo caso? La notizia positiva è che i dipendenti della Pubblica Amministrazione che abbiano figli minori fino a tre anni di età possono godere di una particolare tutela, potendo richiedere l’assegnazione temporanea a una sede di servizio dislocata nella stessa provincia (o quanto meno regione) nella quale l’altro genitore esercita la propria attività.

Ma è sempre possibile richiedere l’assegnazione? Quali sono i requisiti richiesti? La Pubblica Amministrazione può rifiutare la richiesta? Vediamolo di seguito.

Diritto al trasferimento: quando è possibile chiederlo

Come abbiamo già accennato, il trasferimento (per ricongiungimento familiare) può essere richiesto dal dipendente pubblico con figli di età inferiore ai tre anni.

L’assegnazione temporanea verrà fatta in una sede ubicata nella stessa provincia o regione nella quale l’altro genitore svolge la sua attività lavorativa e, in ogni caso, non potrà avere una durata superiore ai tre anni.

Oltre a tali requisiti, l’accettazione della richiesta di trasferimento è subordinata anche al rispetto di altre condizioni. In particolare è necessario che ci sia un posto vacante per la relativa posizioni retributiva e occorre il consenso sia dell’amministrazione di destinazione sia di quella di provenienza.

Il dissenso, in ogni caso, è limitato a particolare casi o esigenze eccezionali e deve essere motivato.

Una volta che il dipendente pubblico abbia fatto richiesta di trasferimento per ricongiungimento familiare dovrà ottenere una risposta, positiva o negativa, entro trenta giorni.

La Pubblica Amministrazione può rifiutare il trasferimento al genitore con figli piccoli?

L’accettazione della richiesta di trasferimento del dipendente pubblico con figli piccoli è sempre subordinata all’accettazione da parte della Pubblica Amministrazione che, in alcuni casi, può rifiutare la domanda. Quando?

Essendo riconosciuto il diritto al trasferimento del dipendente pubblico quando ricorrono determinate condizioni, le amministrazioni di destinazione e provenienza possono rifiutare la richiesta solo in presenza di un fondato motivo e non di semplici e generiche esigenze operative.

D’altronde il diritto al trasferimento dei genitori con figli piccoli mira a realizzare valori costituzionalmente garantiti (come la famiglia), e quindi le ipotesi di rifiuto devono essere limitate a casi o a esigenze eccezionali e congruamente motivati.

In poche parole la Pubblica Amministrazione deve dimostrare l’effettivo pregiudizio arrecato dal trasferimento al buon andamento della stessa.

L’eventuale rifiuto della Pubblica Amministrazione è comunque impugnabile da parte del dipendente pubblico che può ricorrere d’urgenza per sfruttare il periodo di tempo consentito dalla legge per il ricongiungimento ai figli e non correre il rischio di superare i tre anni di età del minore.

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