Il Tar del Lazio ha confermato la multa da cinque milioni di euro inflitta a Volkswagen per lo scandalo Dieselgate. Una sanzione che si somma a quelle inflitte in altri paesi.
Il Dieselgate continua a costare caro a Volkswagen. Il Gruppo automobilistico è stato condannato a pagare in Italia una multa di 5 milioni di euro in merito all’alterazione dei livelli di emissioni dichiarati per alcuni motori diesel TDI prodotti da VW.
Il Tar del Lazio ha confermato la sanzione a carico di Volkswagen, inflitta dall’Antitrust ad agosto del 2016 quando l’Authority italiana mise sotto accusa il Costruttore per aver commercializzato auto diesel omologate attraverso un software in grado di alterare i dati dei test sulle emissioni.
Lo scandalo - ribattezzato “Dieselgate” - è partito dagli Stati Uniti e si è allargato rapidamente a molti paesi europei. I 5 milioni che Volkswagen dovrà pagare in Italia sono ben poca cosa rispetto ai 4,3 miliardi di dollari della multa comminata dalla autorità statunitensi e al miliardo di euro da versare in Germania.
Dieselgate Volkswagen: le ragioni della multa
La multa - inflitta dall’Antitrust a Volkswagen e confermata dal Tar del Lazio - è la conseguenza del procedimento aperto a seguito delle segnalazioni di alcune associazioni dei consumatori, che hanno spinto l’Authority ad acquisire le informazioni raccolte dall’EPA - l’agenzia federale per l’ambiente degli Stati Uniti - in merito all’installazione di un software su alcuni motori diesel VW in grado di diminuire le emissioni inquinanti in sede di omologazione.
Tale software aveva effetto solo nella fase di verifiche strumentali, ma su strada i veicoli incriminati emettevano livelli di inquinanti e di clima alteranti ben superiori. Volkswagen aveva presentato ricorso verso la multa dell’Antitrust, ma il Tar del Lazio lo ha respinto confermando la sanzione da 5 milioni di euro, il massimo possibile in Italia.
Nelle motivazioni, il Tribunale Amministrativo del Lazio rileva il “comportamento doloso” di Volkswagen, poiché ha “deliberatamente installato” il sistema in grado di alterare i test di omologazione. Il comportamento del Costruttore tedesco ha portato alla “compromissione del rapporto di fiducia con i consumatori”.
Dal canto suo, Volkswagen ha ammesso di aver commesso un grave errore - compromettendo la fiducia dei consumatori - ma ha affermato che i dati sulle emissioni non avrebbero influenzato le decisioni dei consumatori, in quanto note solo successivamente all’acquisto. Tesi rigettata dal Tar.
Le associazioni consumatori soddisfatte, ma “cifra irrisoria”
Le associazioni dei consumatori italiane si sono dette soddisfatte per la sanzione sul caso Dieselgate Volkswagen. Il Codacons plaude alla decisione del Tar ma evidenzia anche come la cifra che il Gruppo tedesco dovrà versare in Italia sia irrisoria rispetto a quanto inflitto altrove.
Soddisfazione anche da parte di UNC, che tramite il suo presidente Massimiliano Dona parla di “un’ottima notizia, una vittoria per i consumatori”, dal momento c’era il rischio concreto di una rimodulazione della sanzione per un importo inferiore. Allo stesso tempo, però, l’Associazione invita il governo ad eliminare il tetto massimo edittale.
Ma potrebbe non essere finita qui: c’è ancora un procedimento aperto presso il Tribunale di Verona che potrebbe interessare anche gli automobilisti. Il processo - avviato su denuncia del Codacons - include la possibilità di risarcimenti a favore degli automobilisti possessori di veicoli Volkswagen che si sono costituiti parti civili.
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