Dexia: dopo lo spezzatino, cosa resterà del gruppo franco-belga?

Nadia Fusar Poli

21 Ottobre 2011 - 13:57

Dexia: dopo lo spezzatino, cosa resterà del gruppo franco-belga?

DEXIA - Dexia ha ufficialmente finalizzato il suo smantellamento nel consiglio di amministrazione di Mercoledì sera. La banca non è sopravvissuta alla crisi del debito sovrano nella zona euro. Dexia ha approvato la vendita dei due pilastri fondanti del gruppo, la controllata belga del retail banking, Dexia Banque Belgique (DBB), ceduta allo Stato belga per 4 miliardi di euro, la struttura di finanziamento degli enti locali in Francia, così come un portafoglio di prestiti già concessi a questi stessi enti locali, decretando, di fatto, la fine del gruppo franco-belga.
Condotto sull’orlo dell’ asfissia, dopo il violento deteriorarsi delle sue condizioni di accesso ai mercati, lo smantellamento di Dexia è stato condotto, in tutta fretta, in due settimane.

La crisi dell’estate 2011 ha, infine, avuto ragione di Dexia. Minata da problemi di liquidità, la banca ha posto in essere, nella notte tra Mercoledì e Giovedi, il suo smantellamento, durante una riunione del consiglio di amministrazione a Parigi. La sua filiale belga Dexia Banque Belgique sarà ceduta alla Société Fédérale de Participations et d’Investissement (SFPI), che agisce per conto dello Stato belga, per 4 miliardi di euro.
Sul versante francese, la banca ha confermato di aver completato, con la Caisse des Dépôts e La Banque Postale, "i termini di un protocollo di negoziazione per il finanziamento delle autorità locali francesi".
Il protocollo si compone di due parti: da un lato l’acquisizione da parte dei due istituti del 65% e del 5%, rispettivamente, del capitale di Dexia Municipal Agency, la società di credito specializzata nel rifinanziamento dei prestiti alle autorià locali.
L’altra parte prevede la creazione di una joint venture, con una partecipazione del 65% e del 35% di La Banque Postale e Caisse des Dépôts rispettivamente, che si configurerà come la nuova banca degli enti locali, e che servirà "a sviluppare e distribuire prestiti alle autorità locali francesi", ha detto Dexia.
Oltre alla vendita della maggioranza delle operazioni francesi e belghe, il CEO del Gruppo, Pierre Mariani, è stato incaricato di cedere la controllata Dexia Asset Management e la controllata turca Denizbank.
Cosa resterà dunque di Dexia? L’entità residuale sarà in ogni caso molto europea. La holding quotata a Bruxelles, il cui core business sarà raggruppato attorno alla struttura giuridica francese Dexia Crédit Local, ospiterà il portafoglio obbligazionario di tre filiali di finanziamento degli enti locali: l’italiana Crediop, la spagnola Dexia Sabadell e la tedesca Pfandbriefe. La struttura ingloberà anche le pratiche di Dexia Municipal Agency, che non saranno assicurate dalla nuova banca degli enti locali francesi. Una volta che tutto sarà completato, Pierre Mariani lascerà la nave. La storia di Dexia ha dimostrato che la questione della fragilità delle banche europee non può essere "indagata" dal solo punto di vista della solvibilità. E’ anche, e forse soprattutto, un problema di liquidità. Il 15 luglio Dexia aveva brillantemente superato gli stress test bancari, che si basano appunto su criteri di solvibilità, posizionandosi nella parte più alta della classifica delle 90 "migliori" banche europee, tra quelle testate.

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