Democrazia e buon governo: quanto conta l’elettore medio?

Federica Agostini

22 Gennaio 2013 - 16:37

Democrazia e buon governo: quanto conta l’elettore medio?

Da Voxeu.org, traduciamo questo interessante contributo del Professor Ugo Panizza che assieme a Piergiuseppe Fortunato indaga il rapporto esistente tra democrazia, qualità del governo e livello di istruzione dell’elettore "medio".

(Democracy, quality of government, and the average voter) - La democrazia è il metodo più efficiente per garantire il buon governo? Questa trattazione sostiene che le istituzioni democratiche funzionano bene solo quando l’elettorato è sufficientemente istruito.

Democrazia, qualità del governo e l’elettore medio

L’argomento standard a favore dell’efficienza della democrazia si basa sull’idea che le elezioni libere siano uno strumento efficace per cacciare i politici inetti e corrotti (ad esempio Sen 2000). Tuttavia, questa visione si basa sull’ipotesi che gli elettori siano in grado di monitorare e valutare le azioni del governo.

La capacità di monitorare i funzionari in carica, a sua volta, dipende dalla disponibilità di informazioni di alta qualità relative all’operato di detti funzionari. Secondo la letteratura recente, la maggiore presenza mediatica migliora la "accountability" (credibilità) elettorale (Besley e Burgess 2002) e pratiche e regole per la divulgazione, da parte dei politici, sono associate a meno corruzione (Djankov et al. 2010).

Al fine di valutare le azioni dei politici, gli elettori devono essere in grado di elaborare le informazioni disponibili e comprendere l’impatto che tali azioni hanno sul proprio benessere. Gli elettori che non sono in grado di elaborare le informazioni e prendere decisioni razionali sono inefficaci come gli elettori disinformati. Winston Churchill, che aveva una triste visione sulla capacità degli elettori di elaborare informazioni, una volta disse:

"il miglior argomento contro la democrazia è una conversazione di cinque minuti con l’elettore medio".

Ma da dove proviene questa capacità di elaborare le informazioni? Sembra ragionevole supporre che l’istruzione superiore possa aumentare la capacità dei cittadini di fare scelte elettorali razionali e che il livello medio di istruzione in un paese possa essere positivamente associato con la cultura civica. Secondo Almond e Verba (1963), "l’uomo incolto o l’uomo con istruzione limitata è un attore politico diverso da colui che ha raggiunto un più alto livello di istruzione".

In un recente lavoro (Fortunato e Panizza 2011), abbiamo sviluppato un semplice modello di selezione dei candidati trovando che l’esito del processo elettorale è determinato dall’interazione tra il livello di democrazia e quello di educazione. Nel modello, politici di diverso tipo decidono se candidarsi all’ufficio tenendo conto delle probabilità di vincere la competizione elettorale. Abbiamo dimostrato che le istituzioni democratiche e l’educazione sono complementari. La democrazia porta all’elezione di politici migliori solo se il livello di istruzione è al di sopra di una certa soglia. A loro volta, i miglioramenti nel livello di istruzione non possono che incidere sulla qualità dei funzionari eletti, se il costo di entrata in politica non è proibitivo (cioè nei sistemi democratici). Il nostro modello ha anche qualcosa da dire sulla corruzione. In particolare, troviamo che anche se i politici di qualità superiore non siano intrinsecamente più onesti rispetto a quelli di qualità inferiore, i funzionari competenti che vengono eletti adottano, per cause endogene, un comportamento più onesto.

Prendendo i dati a modello, troviamo fondamento all’idea che la correlazione tra democrazia e qualità del governo è statisticamente significativa solo nei paesi con alto livello di istruzione. La Figura 1 illustra questi risultati. Abbiamo prima riassunto la relazione tra qualità del governo e della democrazia a diversi livelli di istruzione (pannello di sinistra della Figura 1) e mostrato che il rapporto è negativo (ma non statisticamente significativo) per i paesi con basso livello di istruzione (meno di 4 anni), mentre diventa positivo e statisticamente significativo quando l’istruzione media raggiunge gli 8 anni. Analogamente, il rapporto tra la qualità del governo e l’istruzione (pannello di destra della Figura 1) è irrilevante per i livelli di democrazia scarsi o intermedi, ma diventa positivo e statisticamente significativo nei paesi che si considerano pienamente democratici.

Nello scritto, abbiamo riconosciuto l’endogeneità potenziale delle nostre principali variabili esplicative e abbiamo eseguito una serie di simulazioni Monte Carlo che hanno testato e valicato la robustezza dei nostri risultati. Anche la presenza di endogenietà estrema non avrebbe annullato le nostre stime.

In conclusione, la nostra ricerca suggerisce come il successo della democrazia si basi sulla qualità dell’elettore medio. Le elezioni democratiche non aiutano (e potrebbero danneggiare) all’elezione di una élite politica competente e onesta nei paesi con popolazioni a basso livello di istruzione. Allo stesso tempo, l’educazione e la coscienza politica delle masse migliora la qualità dei funzionari eletti solo se incanalate attraverso le istituzioni democratiche. Una obiezione che si può fare al nostro lavoro è che i nostri modelli siano astratti da azioni politiche che si svolgono al di fuori del tradizionale processo elettorale. Un recente lavoro di Campante e Chor (2011) suggerisce che, aumentando la probabilità di rivolte, l’istruzione può fornire incentivi per il buon governo anche in regimi non democratici.

Traduzione di Federica Agostini Fonte: Voxeu.org - Democracy, quality of government, and the average voter

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it