La dichiarazione della Banca centrale ellenica che non esclude il default e l’uscita dall’euro. Attesa per l’Eurogruppo di giovedì in Lussemburgo.
Nelle borse gli investitori sono nervosi per la Grecia proprio mentre il premier greco Alex Tsipras ha accusato in maniera esplicita i creditori - la nota ex Troika - di volere umiliare la Grecia.
Quale sarà la soluzione della crisi del debito in Grecia non è chiaro e nel tunnel delle trattative per le quali continuano gli incontri tecnici non si prospettano possibilità per un accordo che possa far sbloccare quei famosi 7,2 miliardi di euro che potrebbero cambiare le sorti della Grecia, mai state così drammatiche.
Giovedì 18 giugno a Lussemburgo ci sarà un nuovo Eurogruppo e i ministri delle Finanze dovranno decidere se fare o no un accordo.
Un accordo sarà possibile solo se ci sarà una proposta congiunta tra i creditori e la Grecia che soddisfi le note condizioni di avanzo primario, Iva, pensioni e privatizzazioni. Queste sono le condizioni , chiarite ancora una volta dalla Merkel, che ha dichiarato:
Ho sempre detto che voglio fare il possibile per tenere la Grecia nell’euro e resto su questo proposito.
La Grecia o sta attraversando una recessione , con un calo dei redditi a tutti i livelli sociali e con un aumento costante della disoccupazione.
Il turismo è certamente una risorsa importante ma da solo non è sufficiente ad equilibrare un bilancio della stato onorando nell’insieme e in tempo reale sia i pagamenti dei debiti sia il versamento di stipendi e pensioni.
L’Eurogruppo di giovedì avverrà quasi al buio e non ci sono speranze di arrivare ad un accordo però il presidente della Commissione Ue, Claude Juncker, sta pensando di provare a proporre una mediazione in extremis.
Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha dichiarato:
Il tempo sta per finire, ma un accordo è ancora possibile.
Grexit: il sondaggio della Bank of America
Gli investitori non sembrano posizionati sul caso peggiore per Atene.
Il 43% si aspetta un accordo, il 42% un default senza la Grexit e solo il 15% si attende una Grexit. Naturalmente il sondaggio riflette aspettative di possibili operazioni di finanza e non tiene conto delle scelte in ambito politico-economico.
Fuori dall’Europa, nonostante ci sia un certo ottimismo, la Bank of England mantiene la sua posizione negativa, dichiarando:
Un esito disordinato dei negoziati sul debito greco rimane un rischio significativo e allo stato attuale è ancora poco chiaro se il governo greco avrà i mezzi per affrontare i prossimi rimborsi all’Fmi e alla Bce a giugno e a luglio.
Secondo la Banca centrale della Grecia il rallentamento economico del Paese è destinato ad aumentare nel secondo trimestre che si sta chiudendo. Lo stato di crisi in corso ha causato una fuga dei depositi di circa 30 miliardi di euro dalle banche greche tra ottobre e aprile di quest’anno.
In un suo rapporto dichiara:
Se i negoziati tra il governo greco e i creditori internazionali falliranno la Grecia si avvierà su un pericoloso corso che la porterà verso il default e l’uscita dall’euro. Il fallimento per non raggiungere un accordo segnerebbe l’inizio di un corso pericoloso che indurrebbe almeno inizialmente a un default e successivamente all’uscita dall’euro e probabilmente anche dall’Unione europea.
Raggiungere un accordo con i nostri partner è un imperativo che non possiamo permetterci di ignorare. Una crisi del debito controllabile come è quella che stiamo gestendo con l’aiuto dei nostri partner si trasformerebbe a valanga in una crisi incontrollabile con grandi rischi per il sistema bancario e la stabilità finanziaria.
Un’uscita dall’euro aggraverebbe solo uno scenario economico avverso e farebbe balzare l’inflazione.
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