Ddl abusivismo edilizio in 4 punti. Approvazione vicina al Senato

Adele Restivo

10 Giugno 2016 - 15:07

Ddl abusivismo edilizio: dopo l’approvazione della Camera ora il testo torna al Senato per l’approvazione definitiva. Ecco cosa stabilisce il ddl e le novità.

Ddl abusivismo edilizio in 4 punti. Approvazione vicina al Senato

Il ddl contro l’abusivismo edilizio è stato approvato alla Camera e torna ora al Senato per l’approvazione definitiva. Il testo uscito dalla Camera stravolge completamente i contenuti approvati in prima lettura al Senato, che avevano suscitato molte polemiche da parte delle associazioni ambientaliste, Legambiente in testa.

Le modifiche apportate dalla Camera intervengono eliminando quelle disposizioni del ddl abusivismo edilizio che avrebbero potuto bloccare la demolizione nei casi considerati meno gravi. Il disegno di legge infatti era stato già ribattezzato “blocca ruspe”.

Il disegno di legge “Falanga”, dal nome del senatore verdiniano, primo firmatario del testo, prevede lo stanziamento di un fondo di 45 milioni di euro per la demolizione degli edifici abusivi, l’istituzione di una banca dati nazionale delle opere abusive e procedure semplificate per la demolizione. Vediamo nel dettaglio cosa prevede il Ddl abusivismo edilizio.

Ddl abusivismo edilizio in 4 punti

  • Stanziamento fondo di 45 milioni di euro. Il provvedimento stabilisce l’istituzione di un fondo rotativo di 45 milioni di euro (5 milioni di euro per l’anno 2016 e 10 milioni di euro per ogni anno dal 2017 al 2020) presso il Ministero delle Infrastrutture per rinforzare le risorse necessarie alle demolizione da parte dei Comuni, che saranno erogati secondo criteri da definire con successivo decreto del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e del Ministero dell’Ambiente, sentita la Conferenza unificata, sulla base delle richieste degli Enti locali, che presenteranno una puntuale documentazione amministrativa e contabile;
  • Trasparenza nei criteri per la demolizione. Più trasparenza e semplicità nei criteri di priorità per la demolizione dei manufatti abusivi che saranno valutati, caso per caso dai Procuratori della Repubblica, che decideranno anche in base ai casi specifici; si sosterrà economicamente l’attività dei Comuni, chiamati ad accertare la presenza di edifici abusivi e a finanziarne la demolizione. Per ogni categoria di immobili, avranno priorità quelli in corso di costruzione o non ancora ultimati, al momento della sentenza di condanna di primo grado. Poi si passerà alla demolizione di quelli non abitati stabilmente. In generale nella demolizione delle opere abusive avranno la priorità:
    - immobili di rilevante impatto ambientale o costruiti su area demaniale o in zona soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico o a vincolo sismico, o idrogeologico o archeologico o storico-artistico;
    - immobili che rappresentano un pericolo per la pubblica e privata incolumità;
    - immobili sottratti alla mafia.
  • Banca dati nazionale sull’abusivismo edilizio. Il disegno di legge prevede la creazione, presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, di una banca dati nazionale sull’abusivismo edilizio che sarà gestita dall’Agenzia per l’Italia digitale, a cui gli enti dovranno trasmettere tutti i dati relativi alle opere abusive e in caso di ritardo il dirigente o il funzionario inadempiente sarà punito con una multa di mille euro. Per questi obiettivi sono stati stanziati altri 10 milioni di euro;
  • Relazione annuale del governo. Il Governo presenterà ogni anno una relazione sullo stato dell’abusivismo edilizio e sulle demolizioni effettuate e sull’eventuale riqualificazione urbanistica degli edifici abusivi non demoliti, iniziando una collaborazione con Regioni ed enti locali interessati dal fenomeno.

Si dice molto soddisfatto il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, perché la nuova disciplina introduce una strategia di “tolleranza zero” contro la filiera del cemento illegale, senza prevedere nuovi condoni, ma garantendo gli abbattimenti dei manufatti abusivi.

Secondo il Rapporto Ecomafia 2015 di Legambiente nel 2014 i reati accertati nel settore del cemento sono stati 5.750.

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