Crisi: zona euro salva. Ma per quanto?Le zone d’ombra dell’accordo

Nadia Fusar Poli

27 Ottobre 2011 - 16:49

Crisi: zona euro salva. Ma per quanto?Le zone d’ombra dell’accordo

CRISI, ZONA EURO - Nonostante l’accordo nella mattinata di Giovedì, la recessione è ancora una minaccia ...

Sì, l’accordo di questa mattina strappato con le pinze, dopo dieci lunghe ore di negoziati, per i capi di Stato della zona euro è una buona notizia. Il successo di questo incontro è stato fondamentale. Era scoppiato un incendio, ed è stato spento.

Ma gli osservatori hanno imparato a essere prudenti. Se lo si guarda dalla prospettiva della lunghezza del comunicato diffuso, dei molteplici temi affrontati, della massa di buone intenzioni e di auto-soddisfazione dei leader europei, esauriti da un’altra notte insonne, il vertice europeo è stato un grande successo. Ma non basta. Bisognerà giudicarlo con prove alla mano, perché devono essere ancora finalizzati i dettagli e messi in atto gli annunci.

L’accordo prevede di portare il debito della Grecia dal 160% del PIL al 116% entro il 2020. Così, è stato chiesto ai creditori privati di cancellare il 50% del denaro che avevano investito. L’obiettivo del rapporto debito / PIL al 120% è molto ambizioso. E anche così rimarrebbe molto alto, vicino a quello dell’Italia. Per raggiungere tale obiettivo la Grecia dovrà cambiare il suo comportamento. Ma come?

Idem per l’ EFSF, il piano di stabilità finanziaria che viene in soccorso degli stati in difficoltà. La sua forza d’urto crescerà da 440 miliardi di euro a 1.000 miliardi di euro. Potrebbe ricevere i contributi di paesi emergenti come Cina, Brasile e Russia. Ma su questo aspetto c’è ancora incertezza. Nicolas Sarkozy parlerà con il suo omologo cinese mentre il Presidente dell’ EFSF è pronto a volare in Asia. La vera risposta circa le dimensioni dell’ EFSF si otterrà, probabilmente alla fine del prossimo G20 (2 / 3 novembre prossimi)

Al di là di queste zone grigie, gli analisti sono preoccupati per l’anemica crescita economica nella zona euro. Tutto ciò suggerisce che dovrebbe precipitare in recessione entro la fine dell’anno. Sono state adottate misure indispensabili, ma non bastano a risolvere il problema di fondo.

Senza crescita, la disoccupazione aumenterà ulteriormente con conseguente incremento del deficit pubblico e del debito pubblico.
In sei mesi, l’incendio greco che per il momento è stato estinto, potrebbe potrebbe risorgere e divampare in Spagna, Italia o Francia.

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