La crisi in Europa continua a essere insostenibile? Non per tutti. Nel Regno Unito gli ultimi dati sull’occupazione rivelano un record di assunzioni.
Il numero di disoccupati è sceso di 50,000 unità, arrivando a un totale di 2,53 milioni di persone senza lavoro. Il risultato arriva da dati relativi agli ultimi tre mesi fino ad agosto. Il tasso di disoccupazione è sceso al 7,9%, rispetto al precedente valore dell’8,1%.
Come rivelato dall’Office for National Statistics, il numero di persone che hanno un lavoro è arrivato alla cifra record di 30 milioni.
La qualità del lavoro resta insoddisfacente
L’altra faccia della medaglia rivela però, che il numero di persone impiegate in lavori part-time o temporanei, è in costante ascesa, a causa delle crescenti difficoltà nel trovare un’occupazione fissa o full-time.
I risultati forniti dall’ONS rivelato anche che le persone che hanno richiesto assegni di disoccupazione sono state 1,57 milioni a settembre, con una riduzione di 4,000 unità rispetto al mese precedente.
Una combinazione tra nuovi posti di lavoro creati e più persone entranti nel mercato del lavoro, ha consentito di portare il numero delle persone occupate a 29,6 milioni. Si tratta del tasso più alto registrato dal 1971. La percentuale delle persone occupate nel Regno Unito è arrivata a un valore di 71,3%, il più alto da aprile del 2009.
"Vedere più persone che mai al lavoro è un dato che fornisce un punto di riferimento reale" ha rivelato Mark Hoban ministro dell’occupazione. Per poi aggiungere: "nonostante il periodo di crisi economica, il settore privato continua a creare posti di lavoro e le nostre riforme del welfare stanno incoraggiando le persone a tornare a lavorare. In tutto ben 170,000 britannici in meno, rispetto a maggio 2010, hanno ottenuto i benefici riservati ai disoccupati".
Il governo ha anche notato che ci sono più opportunità di lavoro disponibili, con il numero di posti vacanti pari a 476.000, in crescita di 3000 unità rispetto allo scorso trimestre e di 17.000 unità rispetto all’anno scorso nello stesso periodo.
Quello che non torna, però, è il dato relativo alla qualità dell’impiego. Da quando ci sono state le elezioni, il 60% dei posti di lavoro creati sono part-time o autonomi.
La Gran Bretagna saprà trovare una soluzione anche a questo problema?
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