Crisi dell’euro: oggi incontro per decidere il futuro dell’ESM

Ivan Pasquariello

8 Ottobre 2012 - 11:58

Crisi dell’euro: oggi incontro per decidere il futuro dell’ESM

Giornata importante per la crisi dell’euro. Oggi ci sarà l’incontro dei ministri delle finanze per decidere il futuro dell’ESM. Quali saranno le decisioni che verranno prese?

Il "bazooka" europeo. Così è stato definito da ministri e officiali dell’euro-zona e dalla BCE il piano ESM. Dal New York Times, arrivano però diversi dubbi su questa definizione. Il fondo salva stati è davvero pronto a fare fuoco?

L’ESM avrà una portata totale di 500 miliardi di euro. Oggi, finalmente, ci sarà l’incontro tra i ministri delle finanze degli stati membri, per capire quando questo "bazooka" sarà pronto a scendere in campo. Definito come l’arma finale contro qualunque problema finanziario che possa affliggere la regione, il fono potrebbe essere utilizzato per la crisi bancaria in Spagna. Oppure, potrebbe anche funzionare per spaventare gli speculatori nel mercato, che potrebbero provare ad alzare i costi di prestito per le economie in crisi, come quella spagnola.

Adesso che i ministri delle finanze si incontrano in Lussemburgo, ancora diversi punti riguardo al funzionamento dell’ESM non sono chiari. Il "bazooka" sarà pronto a fare fuoco in tempo per salvare la Spagna e le altre nazioni dell’euro-zona in crisi?

I dubbi sull’ESM

Il "bazooka" sembra sia stato presentato, senza che la propria portata finanziaria sia completamente caricata e utilizzabile. Questo perché il fondo è il primo la cui costituzione è affidata direttamente al denaro di 17 stati membri, piuttosto che sotto forma di garanzie pubbliche.

Ogni governo dovrà dare il proprio contributo di start-up, proporzionalmente alla portata economica. Ma una volta che tutti questi contributi saranno immessi, la cifra che andranno a totalizzare è solo di 80 miliardi di euro. Le prime immissioni, previste per giovedì, totalizzeranno 32 miliardi di euro.

Il "bazooka" raggiungerà i 500 miliardi di euro di portata totale con la vendita di titoli del fondo salva stati nel mercato aperto, con i contributi dei governi che serviranno solo come garanzia. A questo punto, eviterebbe il tracollo dei governi degli stati membri, concedendo prestiti, comprando titoli di stato o fornendo linee di crescita precauzionali.

Gli stati membri non hanno ancora chiarito le circostanze in cui il fondo sarà utilizzato direttamente per sostenere le banche commerciali di un paese. Si tratta di chiarificazioni che la Spagna, soprattutto, attende con ansia. Finché il fondo non metterà all’asta i propri titoli al mercato, non è dato sapere se gli investitori saranno interessati al loro acquisto.

"Se l’ESM sarà in grado o meno di sostenere i debiti sovrani degli stati membri, lo sapremo solo scoprendo quanta fame di bond emessi da questo, avrà il mercato" ha detto Mujtaba Rahman, analista al gruppo Eurasia.

Non sarà solo questo il punto all’ordine del giorno per i ministri delle finanze riuniti oggi in Lussemburgo, dove verrà probabilmente nominato Jean-Claude Juncker come presidente dell’ESM.

La questione Germania

Resterà anche da capire la posizione della Germania. Dopo la decisione di appoggiare l’ESM sono emersi diversi dissensi all’interno del governo tedesco. Sono in molti a non voler pagare la crisi di Grecia e Spagna. Le ultime dichiarazioni, fatte a braccetto con Finlandia e Paesi Bassi, vogliono rendere chiaro che l’ESM sarebbe utilizzato per superare i problemi finanziari che si presenteranno in futuro, e non per annullare quelli attuali.

Non era proprio quello che volevano sentirsi dire a Madrid, ora che la Spagna necessiterebbe di 40 miliardi di euro da adoperare per il salvataggio del sistema bancario.

"Tre nazioni non possono causare tutta questa confusione. Le regole dovrebbero essere chiare e decise" ha rivelato un diplomatico europeo intervistato la scorsa settimana.

Maggiore chiarezza, però, non arriverà probabilmente dopo l’incontro di oggi.

La questione degli interventi diretti a salvataggio delle banche continua a dividere, soprattutto Francia e Germania. Un intervento diretto non è da escludersi in futuro, ma serviranno maggiori contributi dei governi nazionali. Sarebbe una condizione che non piacerebbe a Germania, Finlandia e Paesi Bassi.

Ci sarà molta attesa per conoscere cosa avrà da dire de Guindos, ministro spagnolo, riguardo alla richiesta di un piano di salvataggio da parte della Spagna. Un’ufficializzazione in questo senso, non è però prevista per oggi. Come ha già detto Mariano Rajoy, bisognerà aspettare almeno fino al 21 ottobre, data delle elezioni in Galizia.

Quali saranno i punti di accordo che verranno raggiunti con l’incontro di oggi?

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