CRISI DEBITO - L’Europa rischia di conoscere una nuova "fase di recessione", ha avvertito Giovedi la Commissione europea, che ha rivisto al ribasso la sua previsione di crescita per l’area dell’euro il prossimo anno: la previsione è dello 0,5% contro l’1,8% della stima precedente. Una previsione confermata dalla BCE in un rapporto pubblicato lo stesso giorno. "La crescita in Europa si è fermata e potremmo conoscere una nuova fase di recessione", ha avvertito il commissario europeo agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, in occasione della pubblicazione delle previsioni economiche dell’esecutivo UE.
Tecnicamente, una recessione è definita tale al verificarsi si almeno due trimestri consecutivi di declino dell’attività economica. Ma l’asfissia, che strozza l’Europa, potrebbe continuare e diventare mortale. "Una recessione profonda e prolungata e nuove turbolenze sui mercati finanziari non possono essere escluse", ha avanzato Marco Buti, direttore generale agli Affari economici e monetari della Commissione europea.
A metà settembre, Olli Rehn prevedeva solo un brusco rallentamento della crescita "ma non una recessione" per il vecchio continente, segno che la situazione è peggiorata notevolmente da allora. "L’economia mondiale è di nuovo entrata in una zona di pericolo. In primavera, la crisi del debito sovrano sembrava contenuta. Inoltre, segnali della domanda interna lasciavano sperare in un lieve recupero dell’ attività in Europa (.. .) Queste speranze sono state deluse ", ha detto la Commissione europea, nel prologo di un documento di circa 250 pagine.
Nel dettaglio, l’Italia, in piena tempesta, dovrebbe conoscere una stagnazione del suo prodotto interno lordo nel 2012 (0,1%), mentre la Commissione, nel mese di maggio, prevedeva una crescita dell’ 1,3%. La situazione dovrebbe migliorare nel 2013, con una crescita del PIL dello 0,7%, secondo la Commissione.
E la Grecia dovrebbe rimanere in recessione anche l’anno prossimo, con un calo del PIL del 2,8% per tutto il 2012, contro le stime di Bruxelles, risalenti a qualche mese fa, secondo cui la crescita si sarebbe attestata all’ 1,1%. La Commissione si aspetta ora un ritorno alla crescita nel 2013, con una progressione del PIL dello 0,7%.
Un rapporto della Banca centrale europea pubblicato questo Giovedi sembra muoversi nella stessa direzione e confermare lo scenario delineato dalla Commissione. Secondo un gruppo di esperti la crescita economica nella zona euro sarà inferiore rispetto al previsto nel 2012 e nel 2013, così come a "lungo termine", vale a dire fino al 2016 .
"Le previsioni di crescita del PIL sono state riviste al ribasso, soprattutto a causa dell’evoluzione della crisi del debito sovrano e del contesto esterno (alla zona euro), peggiore del previsto", ha sottolineato la BCE nel suo rapporto mensile.
Secondo lo studio dell’Istituto di Francoforte, l’inflazione sarà inferiore del previsto, all’ 1,8% contro il 2% nel 2012, all’1,8% contro l’ 1,9% nel 2013, e al 2% (invariato) nel 2016, rispettando così l’obiettivo della Banca centrale, che si è prefissa un target inferiore al 2%. Questo declino delle aspettative di inflazione "è dovuto al rilassamento delle pressioni sui prezzi delle materie prime, e all’abbassamento delle previsioni di crescita economica", ha affermato la BCE.
Tali previsioni sono il risultato delle indagini degli esperti della zona euro, compilate dalla BCE, e non riflettono le previsioni ufficiali della BCE. L’istituto di Francoforte ha formalmente stimato una crescita tra l’ 1,4% e l’ 1,8% nel 2011, tra lo 0,4% e il 2,2% nel 2012, e non si è avventurata oltre.
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