Ancora la crisi in USA, con una minaccia che incombe. Moody’s avverte: pronto downgrade se non c’è accordo sul fiscal cliff.
Una lettera proveniente dai 16 dirigenti più importanti d’America è arrivata oggi a Obama e al Congresso
16 tra le maggiori firme di servizi finanziari degli Stati Uniti hanno avvertito il presidente Obama e il Congresso attraverso una lettera recapitata oggi: se non si raggiunge un accordo sul “fiscal cliff” entro la fine dell’anno, i tassi di interesse voleranno alle stelle.
Lloyd Blankfein, amministratore delegato presso Goldman Sachs, Jamie Dimon a capo della JPMorgan Chase, Brian Moyniah della Bank of America e altri 13 dirigenti hanno firmato una lettera per richiedere un intervento immediato. Senza che questa avvenga, l’economia potrebbe essere colpita duramente e gli Stati Uniti subirebbero un secondo taglio del rating.
Citando la lettera: “un altro downgrade del nostro debito nazionale porterebbe a un aumento imponente dei tassi di interesse. Il pagamento di interessi più elevati peggiorerebbe il carico fiscale della nostra nazione e probabilmente aumenterebbe l’incertezza e l’instabilità nei mercati finanziari mondiali”.
Questa lettera, decisa da gruppo commerciale Financial Services Forum, si presenta alla Casa Bianca e ai repubblicani del Congresso, in un momento di profonda incertezza. I funzionari di Obama, dicono che il presidente sarebbe pronto a porre il veto a qualsiasi proposta per fermare il “fiscal cliff” che non implichi un aumento delle tasse per i più ricchi, una linea rossa che i repubblicani non vogliono superare.
Si tratta dell’ultimo forte segnale che manda Wall Street, che punta a esercitare maggior pressione sui legislatori e sulla Casa Bianca, per velocizzare l’ufficializzazione di un accordo.
I dirigenti stanno anche contribuendo, con milioni di dollari, a una campagna promossa dal Comitato per un Bilancio Federale Responsabile, un gruppo di lavoro che promuove la manovra Simpson-Bowles per un piano di riduzione del deficit.
La paura per il downgrade di Moody’s
Se un accordo non viene raggiunto, ci sarà un forte incremento delle tasse per gli americani, già dal primo gennaio del 2013, e il governo si vedrà costretto ad attuare tagli ingenti alla spesa.
“In un momento in cui la crescita economica è inferiore al 2% e con quasi 25 milioni di americani disoccupati o licenziati, la fragile economia americana non può sostenere ulteriori battute d’arresto di Washington, né i cittadini americani lo meritano” hanno scritto i dirigenti nella loro lettera, per poi finire affermando: “abbiamo bisogno che raggiungiate un accordo che ci permetta di superare indenni il “fiscal cliff” e che lo facciate il prima possibile”.
Standard&Poor’s ha tagliato il rating degli USA ad agosto. Ora Moody’s avverte: se un accordo non viene raggiunto riguardo al “fiscal cliff” e ai tagli al deficit a lungo termine, un downgrade arriverebbe subito dopo.
La continua pressione degli esperti servirà per ottimizzare il raggiungimento di un accordo a Washington?
© RIPRODUZIONE RISERVATA