Crisi USA: FED conferma il QE3. Servirà a fermare il fiscal cliff?

Ivan Pasquariello

25 Ottobre 2012 - 00:35

Crisi USA: FED conferma il QE3. Servirà a fermare il fiscal cliff?

La Crisi in USA alle porte delle elezioni presidenziali. La FED conferma il QE3. Servirà ad aiutare l’economia e a fermare il "fiscal cliff"?

Nel suo annuncio di oggi la Federal Reserve ha confermato l’intenzione di continuare il suo piano di acquisto mensile di 40 miliardi di dollari in MBS (Mortgage Backed Securities) a tempo indeterminato, il cosiddetto Quantitative Easing 3.

Dopo il vertice degli ultimi due giorni, la FED ha quindi mostrato di non prevedere un cambio di strategia rispetto a quanto annunciato il mese scorso, quando Ben Bernanke ha parlato di un approccio aggressivo per risvegliare la crescita economica, con un programma di acquisto di mutui ipotecari da 143 miliardi di dollari fino alla fine dell’anno.

Nel discorso che ha preceduto quello di questo mercoledì, il Presidente del Comitato dei Governatori della Federal Reserve aveva rivelato il progetto di continuare con il QE3 anche qualora l’economia avesse dato segni di ripresa.

L’annuncio di mercoledì

Nel discorso di oggi, la FED ha chiaramente rivelato di temere che senza la spinta derivante dal suo piano di acquisto, la crescita economica non sarebbe in grado di generare e sostenere dei miglioramenti delle condizioni del mercato del lavoro.

Da una parte c’è stato un aumento nella spesa dei consumatori, dall’altra gli investimenti aziendali sono rallentati. Anche l’inflazione è cresciuta, soprattutto a causa dell’innalzamento dei prezzi energetici, ma è rimasta abbastanza stabile.

La crescita delle assunzioni è stata lenta, mentre il tasso di disoccupazione resta molto alto.

Prima di decidere eventuali cambiamenti sulla propria politica, la FED aspetterà probabilmente di conoscere i risultati derivanti dall’approccio aggressivo mostrato lo scorso mese. Le misure della FED hanno spinto al ribasso i tassi di interesse, in particolare quelli sulle ipoteche, per stimolare gli investimenti. Le ultime sei settimane, hanno prodotto risultati contrastanti.

La Freddie Mac ha rivelato che la scorsa settimana il tasso medio su un muto a trent’anni è stato del 3,37%, in calo rispetto al valore di 3,55%, relativo al periodo precedente l’annuncio della FED. Ma questo risultato, potrebbe sovrastimare il successo della nuova riforma, in quanto le banche stanno godendo della maggior parte dei vantaggi relativi alla riduzione dei tassi di interesse.

Il mercato azionario, tuttavia, ha subito una leggera flessione nell’ultimo mese. Le misure della FED non sembrano aver influito particolarmente sull’inflazione o su altre misure prese da altri mercati.

Banca Centrale e FED

La Banca Centrale ha due mandati obbligatori: massimizzare l’occupazione e mantenere i prezzi stabili. La FED deve centrare l’obiettivo sull’inflazione del 2%.
Se è vero che la disoccupazione è scesa al 7,8%, è altrettanto giusto constatare che altri dati sul lavoro, suggeriscono una ripresa molto lenta. La crisi dell’Europa ha fatto passi avanti verso una possibile risoluzione, ma c’è preoccupazione per il rallentamento in Cina e in altri mercati emergenti.

Il mercato immobiliare ha mostrato modesti segnali di ripresa, ma a fine anno incombe il “fiscal cliff”, con tagli alla spesa e forti aumenti nelle tasse, che rischia di trascinare il paese in recessione se il Congresso non si decide a intervenire.

Diversi esperti prevedono una ridotta crescita economica e pochi miglioramenti nel tasso di disoccupazione per il prossimo anno. Per questo motivo, la FED dovrà probabilmente dare un seguito alla sua decisione di proseguire nel proprio programma di stimolo all’economia.

Per gli analisti il vero appuntamento con la FED è per la riunione dell’11 e 12 dicembre, in cui Bernanke dovrà rivelare se intende proseguire con il suo piano anche per l’anno nuovo. A dicembre, oltretutto, la FED dovrà necessariamente essere più chiara per quanto riguarda possibili cambiamenti nella propria politica.

La FED ha affermato di voler mantenere al ribasso i tassi di interesse fino a metà de 2015. Sarà davvero così? Ma soprattutto, servirà a fermare il "fiscal cliff"?

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