Sembra che l’attesa sia terminata, per conoscere il futuro della crisi in Spagna. Sabato sembra sarà finalmente ufficializzata la richiesta di aiuti all’UE.
La Spagna è pronta a richiedere un piano di salvataggio per le proprie finanze pubbliche all’Europa. La richiesta dovrebbe essere ufficializzata sabato, ma la Germania fa un passo indietro.
La crisi che ha afflitto l’Europa, ha trascinato la Spagna verso il baratro fiscale, spingendo Bruxelles a mettere pressione su Rajoy, affiché richieda un piano di salvataggio quanto prima, sfruttando le buone condizioni proposte dal mercato. La BCE acquisterebbe titoli di stato spagnoli, per risanare l’economia a Madrid ed evitarne il definitivo tracollo.
Una fonte esperta nell’euro-zona conferma: "in un primo momento gli spagnoli erano titubanti verso una richiesta di aiuto, ma adesso sono pronti a procedere".
Lo stop della Germania
Il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha riferito che la Spagna sta compiendo passi importanti per il risanamento della propria economia. Per questo motivo, gli spagnoli non avrebbero bisogno di essere salvati. Secondo Schaeuble, gli investitori sapranno premiare gli sforzi messi in mostra da Madrid.
Vista la riluttanza mostrata dal parlamento tedesco, Angela Merkel avrebbe deciso di non esporre contemporaneamente a quello spagnolo, anche tutti gli altri piani di salvataggio che potrebbero essere previsti. Presentare i casi uno a uno, però, non sembra essere uno stratagemma particolarmente gradito al Bundestag. Oltre alla Spagna, la cancelliera avrebbe dovuto presentare anche le situazioni di pericolo in cui versano Cipro e la Grecia.
Un clima teso
Il clima è teso. Nel meeting di Cipro, a metà settembre, Schaeuble aveva rivelato che la Germania non era pronta a offrire un nuovo aiuto alla Spagna, nonostante i legislatori avessero da poco raggiunto un accordo per offrire 100 miliardi di euro per salvare le banche spagnole a luglio.
A Berlino, nonostante tutto, tengono a precisare che ogni nazione sceglie per se, e la Germania non sta spingendo verso una direzione rispetto a un’altra.
Le condizioni del salvataggio spagnolo
Le condizioni disposte per l’aiuto spagnolo sarebbero diverse da quelle previste per la Grecia a suo tempo. Il momento economico è differente, nonché l’estensione del territorio e la situazione dell’economia al momento della richiesta d’aiuto.
"Le condizioni si basano su raccomandazioni specifiche per ogni paese, che sono state decise per tutti i 27 stati membri dell’UE a luglio. Di conseguenza, ci saranno priorità politiche specifiche e tempi chiari stabiliti sulla base di tali raccomandazioni" ha rivelato Olli Rehn, commissario per gli affari economici e monetari per l’UE.
Gli ufficiali dell’euro-zona avrebbero in mente una linea chiamata Enhanced Conditions Credit Line, che manterrebbe la Spagna contemporaneamente nel mercato primario, grazie ai fondi di salvataggio dell’UE e in quello secondario, grazie all’intervento della BCE.
Il rallentamento nella richiesta di aiuto da parte della Spagna, secondo alcuni diplomatici, avrebbe a che fare maggiormente con la reticenza tedesca, pittosto che con l’orgoglio spagnolo.
A Madrid non volevano presentare un piano di richiesta di salvataggio rischiando che la Germania ponesse condizioni assurde per l’accettazione, come un aumento dei tagli sui fondi pensionistici o introducendo nuove procedure volte a ostacolare il processo.
Il governo spagnolo ha confermato che prevede la promulgazione di 43 riforme strutturali da qui ai prossimi 6 mesi. A Bruxelles, la notizia è stata accolta favorevolmente. Per la Spagna, la scadenza per la fine del mese è la seguente: 29 miliardi di euro per il debito nel settore manifatturiero, inclusi 9 miliardi da versare a breve termine.
I tempi della richiesta
Sembra che la Spagna sia pronta a presentare la richiesta per il piano di salvataggio sabato, in accordo con la Germania. In questo modo, i ministri delle finanze europei potranno discuterne regolarmente di lunedì, in Lussemburgo.
Se invece la Spagna dovesse mancare questa data, si arriverebbe direttamente al 18/19 ottobre. Francia e Italia, però, non sembrano disposte ad aspettare tutto questo tempo.
L’appuntamento fondamentale per il futuro dell’euro resta quindi questo week-end. Un ulteriore tentativo di rimandare l’annuncio, non farebbe altro che nuocere alla situazione economica spagnola e di tutta l’euro-zona.
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