La direttrice del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde ha più volte ribadito, durante il meeting tra il Fondo Monetario e la Banca Mondiale che si tiene a Tokyo fino al 14 ottobre, la sua posizione riguardo alla situazione in Grecia: secondo la direttrice infatti, c’è bisogno di concedere i due anni richiesti dal governo ellenico. "Considerando la scarsa crescita, le pressioni del mercato e gli sforzi intrapresi, è necessario un po’ più di tempo". Si è trattato di uno dei temi chiave del meeting.
La posizione di Christine Lagarde
La direttrice, pur rendendosi conto dell’urgenza di aggiustamenti fiscali, ha argomentato la sua decisione affermando che costringere i paesi indebitati, e quindi in primo luogo la Grecia, a ridurre i propri deficit in tempi stretti può essere controproducente perché potrebbe creare ulteriori danni ad un’economia già distrutta dalla crisi. Molti leader internazionali, sia di paesi emergenti che critici di lunga data, hanno appoggiato la posizione della Lagarde, fra questi il Ministro delle Finanze brasiliano Guido Mantega che ha affermato, "Sosteniamo da tempo che politiche fiscali draconiane e a senso unico possano essere controproducenti e potrebbero portare ad un effetto contrario".
La Germania non cambia idea
Dall’altra parte la risposta della Germania che rimane ferma sulla sua posizione e respinge la proposta della Lagarde: parla il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble che afferma, "Dobbiamo attenerci a quello che abbiamo annunciato e realizzarlo passo dopo passo. Penso che sia ancora più importante per la crescita sostenibile che gli investitori e i consumatori abbiano un po’ di fiducia".
La Germania, il più grande paese creditore dell’Europa, quindi punta più sulla credibilità e attraverso la voce del Ministro Schaeuble sottolinea i grandi progressi compiuti dall’Europa per combattere la crisi; al tempo stesso non si risparmia dal criticare la Signora Lagarde per aver parlato di maggiore flessibilità prima ancora che i rappresentanti della Troika (Fmi, Bce e UE) abbiano avuto la possibilità di concludere una revisione del loro programma di salvataggio per la Grecia di 130 miliardi di euro. E conclude risolutamente, "Finchè non avremo il rapporto della Troika, non dobbiamo speculare".
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