La Francia sarà l’ultima tessera del domino a cadere: dopo Grecia, Spagna e Italia toccherà al Paese di François Hollande.
Fiscal Compact: la manovra lacrime e sangue francese
Misure di austerity, scontri in piazza, promesse da mantenere: un film già visto, ma stavolta ambientato in Francia, nel Paese che François Hollande ha promesso di salvare dall’eurocrisi.
Le misure di austerity approvate la settimana scorsa hanno lo scopo di riportare il rapporto tra debito e Pil sotto il 3,5% (dal 4,5% di adesso) e allo 0,6% entro il 2016: è il Fiscal Compact, Una manovra da circa 37 miliardi, ulteriore testimonianza di quanto ancora la politica del rigore stia contagiando tutti i Paesi dell’Unione europea, come un virus che si dilaga troppo in fretta.
Non è un caso, infatti, che siano già iniziate le proteste in piazza, scenari già visti in Grecia e in Spagna, perché lo scenario che si profila non è tra i più rassicuranti, come ha affermato anche il giornalista del Telegraph Ambrose Evans-Pritchard, che ha puntato l’attenzione sulla crescita della disoccupazione come diretta conseguenza del Fiscal Compact.
Quella di Evans-Pritchard è solo una tra le tante voci di un coro autorevoli e ampiamente preoccupato sul fronte dei posti di lavoro. Lo stesso giornalista ci va duro sul dogma imposto dalla troika che sarebbe "perseguito attraverso una logica che non è quella economica, ma per soddisfare un ordine burocratico e stabilito come tante altre idiozie nei Trattati di Bruxelles".
I tagli riguarderanno anche l’Eliseo, le cui spese saranno ridotte del 5% nel 2013, favorendo un risparmio di 5,4 milioni di euro.
Numeri da crisi per il Paese transalpino
La crisi in Francia si fa già sentire: lo testimonia, oltre all’aumento del tasso di disoccupazione, il settore manifatturiero, peggiorato in settembre e registrando un calo tra i più veloci registrati negli ultimi anni. L’indice Pmi Markit/CDAF è sceso a 42,7 (46 ad agosto).
Scende anche l’indice della produzione, da 45,7 a 39,4. Tali cifre stabiliscono il record minimo dai primi mesi del 2009.
Si deve andare ancora più indietro (febbraio 2003) per quanto riguarda il minimo stabilito dall’indice per i nuovi ordini, sceso da 45,7 a 39,6.
© RIPRODUZIONE RISERVATA