Credito Sud: come funziona il credito d’imposta per le aziende del Sud Italia

Roberto Rais

18 Agosto 2016 - 17:35

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Il Credito Sud al via: ecco quali sono le sue caratteristiche e come funziona. Credito di imposta, progetti ammissibili, tutte le informazioni.

Credito Sud: come funziona il credito d’imposta per le aziende del Sud Italia

Sta prendendo il via il nuovo Credito Sud, un credito di imposta che punta ad agevolare e a stimolare gli investimenti in beni strumentali nuovi, da parte delle strutture produttive che sono ubicate nelle zone assistite delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo.

Credito Sud: ecco cos’è

L’agevolazione Credito Sud, consistente in un credito di imposta in una misura massima del 20% (per le piccole imprese), del 15% (per le medie imprese), o del 10% (per le piccole imprese), non è cumulabile con gli aiuti del regime de minimis o altri aiuti di Stati che abbiano ad oggetto gli stessi costi ammessi all’attuale beneficio. È inoltre utilizzabile in sola compensazione e, di contro, può essere cumulato con il c.d. “super ammortamento” al 140%.

Credito Sud, come funziona? Progetti ammissibili

Per quanto riguarda i progetti ammissibili per il nuovo Credito Sud, si tenga conto come il beneficio supporti le operazioni di acquisto (eventualmente anche tramite leasing) di macchinari, di impianti e di attrezzature di varia natura, da destinarsi a strutture produttive già esistenti, o che vengano impiantate nel territorio, entro il 31 dicembre 2019.

Per quanto concerne invece la commisurazione del credito di imposta, questo sarà conteggiato alla quota del costo totale dei beni nel limite massimo di 1,5 milioni di euro per le piccole imprese, di 5 milioni di euro per le medie imprese e di 15 milioni di euro per le grandi imprese.

Credito Sud: tutto ciò che c’è da sapere

Tra le altre caratteristiche del bando, ricordiamo che, essendo la normativa riconducibile ai soli beni strumentali nuovi, l’agevolazione non spetta per gli investimenti in beni a qualunque titolo già utilizzati. Con specifico riferimento ai beni complessi, alla realizzazione dei quali abbiano concorso anche beni usati, viene specificato che il requisito della novità può sussistere in relazione all’intero bene, purchè l’entità del costo relativo ai beni usati non sia prevalente, anche per effetto di oneri capitalizzati, rispetto al costo che è stato complessivamente sostesnuto.

Infine, la normativa ricorda come la rideterminazione del credito di imposta, con revoca delle agevolazioni, spetti se i beni che sono stati oggetto dell’agevolazione non entrano in regolare funzione entro il secondo periodo di imposta successivo a quello della loro acquisizione o ultimazione, e nell’ipotesi in cui siano stati dismessi, ceduti a terzi, destinati ad altre finalità (non relative all’esercizio dell’impresa) o ancora destinati a strutture produttive che sono diverse da quelle che forniscono il diritto all’agevolazione (poiché, magari, situati in territori non concernenti il bonus), entro il quinto periodo di imposta successivo a quello in cui i beni strumentali sono entrati in funzione.

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