Credit Suisse: tutte le capacità finanziarie del Presidente Barack Obama

Michael Stagnitto

8 Novembre 2012 - 17:21

Credit Suisse: tutte le capacità finanziarie del Presidente Barack Obama

Da sempre i mercati vedono in un presidente degli Stati Uniti repubblicano, una garanzia agli interessi delle aziende.

Nonostante Barack Obama abbia portato con la sua rielezione dubbi nel mercato, gli analisti di Credit Suisse pongono l’attenzione sui pregi e le capacità di Obama dal punto di vista finanziario

Credit Suisse accentua i pregi del nuovo Presidente negli USA

- In primo luogo Obama è favorevole alla politica monetaria ultra-espansiva adottata dalla Federal Reserve di Ben Bernanke, mentre sotto una presidenza di Mitt Romney la Fed avrebbe avuto un margine di manovra decisamente più limitato (durante la campagna elettorale, dalle fila dei Repubblicani era arrivata addirittura la proposta di tornare al Gold standard).

- Parlando dei rapporti fra gli Stati Uniti e la Cina e le conseguenti relazioni commerciali, Credit Suisse pone l’accento sui buoni livelli che Obama ha mantenuto durante il suo mandato, mentre il candidato repubblicano aveva più volte accusato Pechino di manipolare la propria valuta, tenendo così bassi i prezzi delle proprie merci.

Credit Suisse: Obama è l’unico che possa intervenire sul Fiscal Cliff

L’attenzione di Obama nei confronti del sociale, potrebbe eleggerlo come più indicato per intervenire sul Fiscal Cliff ed affievolirne il peso sui contribuenti.
A partire dal primo Gennaio 2013, infatti, sui contribuenti americani scatteranno aumenti automatici delle imposte e saranno applicati tagli alla spesa pubblica per un ammontare complessivo di 807 miliardi di dollari, per un valore pari al 5,1% del Pil Usa. “Ci sono molte più probabilità che si arrivi a un compromesso sul Fiscal Cliff con Obama presidente piuttosto che con Romney”, scrivono gli analisti di Credit Suisse.

I punti negativi del programma di Obama

Fra le note dolenti della rielezione di Obama, Credit Suisse annovera i propositi del democratico di alzare la tassazione sui dividendi e sui capital gain per le persone che guadagnano più di 200mila dollari l’anno, i quali tuttavia detengono circa un terzo delle azioni quotate a Wall Street.

Obama intende portare dal 15% al 39,6% l’imposta sulle cedole e dal 15% al 20% quella sui profitti realizzati con il trading di azioni.

Gli analisti di Credit Suisse si pronunciano affermando che “Se questa riforma andasse in porto così come è stata prospettata l’S&P500 potrebbe perdere un 5% del suo valore, ma c’è un ampio spazio per il compromesso e il risultato finale potrebbe essere molto meno aggressivo di quello annunciato in campagna elettorale”.

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