Cosa rischia Patrick Zaki: libero ma non assolto dalle accuse

Giorgia Bonamoneta

8 Dicembre 2021 - 19:29

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Dopo quasi due anni Patrick Zaki è stato scarcerato, ma non è ancora stato assolto. Cosa rischia Zaki accusato di diffusione di fake news?

Cosa rischia Patrick Zaki: libero ma non assolto dalle accuse

Patrick Zaki è libero, ma non ancora assolto. “Un primo obiettivo è stato raggiunto”, per utilizzare le parole del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ma l’attenzione non può ancora calare. Si lavora silenziosamente, dice il Ministro degli Esteri, affinché la prossima udienze sia l’ultima.

Infatti, dopo 699 giorni in stato di arresto, lo studente Patrick Zaki è stato scarcerato, ma non si può ancora considerare del tutto libero. Le accuse contro di lui non sono cadute e, alla prossima udienza, potrebbe arrivare il verdetto finale della vicenda giudiziaria: innocente o colpevole.

Ma cosa rischia Patrick Zaki se viene riconosciuto colpevole delle accuse mosse contro lui?

Cosa rischia Patrick Zaki secondo le accuse egiziane?

Dopo rinvii e circa una ventine di pronunciamenti del giudice sulla riconferma del carcere a Patrick Zaki, ieri lo studente è stato finalmente liberato, anche se non assolto.

Le accuse iniziali erano di terrorismo e diffusione di notizie false. In totale Zaki rischiava 25 anni di carcere. Le accuse di natura terroristica sono decadute per assenza di prove e rimangono in piedi solo quelle relative alla diffusione di fake news.

La condanna prevista, in base agli articoli 80 (D) e 102 (bis) del Codine Penale egiziano, è di 5 anni. Sono meno di 25 anni, ma comunque troppi per uno studente che ha scritto della condizione di discriminazione subite dalla comunità cristiana-copta in Egitto, della quale la sua famiglia fa parte.

Cosa rischia Patrick Zaki: il caso fotocopia di Ahmed Samir Santawy

Il caso di Patrick Zaki non è l’unico in Egitto. Con dinamiche simile, se non del tutto identiche, Ahmed Samir Santawy era stato arrestato il 1° febbraio 2021, poco dopo essere arrivato da Vienna.

Dopo essere stato interrogato in merito ai suoi studi accademici, sui diritti sessuali e delle donne, Ahmed Samir Santawy era stato accusato di terrorismo. Il 22 maggio la Procura apriva su di lui una nuova inchiesta su presunti post da lui pubblicati e veniva così accusato di “pubblicazione di notizie false”.

A giugno, infine, la condanna a quattro anni. Il percorso di Ahmed Samir Santawy è lo stesso di subito da Patrick Zaki, con una sola differenza: a condannarlo è stato un tribunale d’emergenza, che non può essere sottoposto a ricorso.

La vicenda giudiziaria di Patrick Zaki

Patrick Zaki è tornato libero, in queste ore stanno circolando le foto di un abbraccio, di sorrisi e un video nel quale Zaki ringrazia l’Italia per l’impegno profuso fino a questo momento. Ma non è ancora del tutto libero, le accuse e la condanna che potrebbe essere confermata a febbraio sono ancora un rischio.

La vicenda giudiziaria di Patrick è stata lunga e sofferta. Il 7 febbraio, dopo essere atterrato in Egitto, viene catturato. Per 24 ore non si hanno sue notizie, fino a quando non si scoprono le accuse mosse nei suoi confronti: incitamento a proteste illegali, minaccia alla sicurezza nazionale, diffusione di false notizie e propaganda di terrorismo. La polizia nega fin da subito di aver torturato Zaki, come invece afferma il suo legale.

Il 7 marzo, dopo le proteste in Italia e l’interessamento dell’Unione Europea, il tribunale rinnova per la seconda volta la detenzione di Patrick Zaki. Rinvio dopo rinvio, si arriva al processo il 14 settembre 2021, dopo un anno e sette mesi di detenzione preventiva. Ancora rinvii (al 28 settembre e al 7 dicembre), fino alla scarcerazione decisa ieri.

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