Cosa ha detto Biden sulla situazione in Afghanistan

Chiara Esposito

17 Agosto 2021 - 00:07

Linea dura per la Casa Bianca: il ritiro delle truppe è la scelta giusta. I detrattori di Biden però non si fermano e le accuse imperversano.

Cosa ha detto Biden sulla situazione in Afghanistan

Sulla situazione dell’Afghanistan ha parlato quello che secondo molti è il colpevole dell’avanzata dei talebani: il Presidente statunitense Joe Biden.

Le truppe si ritirano dall’Afghanistan e c’è chi vede questa mossa come il segno di una sconfitta americana e un’onta per la NATO che ha coordinato la missione ventennale senza riuscire a debellare definitivamente la minaccia talebana. La Casa Bianca tuttavia continua sulla linea difensiva tracciata sin ora: dietro front inammissibile sulle scelte portate avanti sin ora.

Cosa spinge il presidente degli Stati Uniti Joe Biden a mantenere invariata la sua narrazione sulle vicende di Kabul nonostante i tragici scenari che si stanno dipingendo all’orizzonte per la popolazione locale? É tutta una questione di orgoglio nazionale da difendere a conti fatti oppure c’è di più?

Le sue ultime dichiarazioni sono molto trasparenti in merito ma non fanno luce sulla vicenda nella sua complessità e lasciano molti dubbi rispetto al fattore coerenza.

Si contraddice la storia?

La nostra missione in Afghanistan non è mai stata pensata per costruire una nazione.

Parlando alla nazione Biden non ha dubbi: gli americani non avevano il compito di lasciare il paese nella forma finale di una democrazia indipendente. Ma è davvero così? I dubbi sorgono a fronte di quanto si è sempre detto sulla missione americana di superpotenza civilizzatrice.

Alla luce di ciò, leggere tra le righe del discorso presidenziale è difficile ma il motivo per cui per Biden potrebbe avere senso questa nuova narrazione è duplice:

  • spostare l’attenzione dell’opinione pubblica americana sui benefici personali in termini di vite umane a discapito della perdita a livello di “immagine”;
  • concentrarsi esclusivamente sulle origini del conflitto escludendone lo sviluppo per minimizzare i danni.

America first : una possibile lettura

Non è accettabile, parafrasando il discorso del presidente, che gli americani facciano “quello che non fanno gli afgani”. Combattere e morire per il loro Paese è una prerogativa che devono assumersi le milizie autoctone e non una potenza straniera.

Il presidente Usa Joe Biden difende con fermezza la sua decisione di ritirare le truppe dall’Afghanistan e lo fa nel nome “dell’interesse nazionale”.

L’accento di queste affermazioni è evidentemente spostato sulle vite umane spese dagli americani in questi vent’anni: vite di uomini e donne che non torneranno indietro a prescindere dagli esiti del conflitto.

Una questione di economia umana, di salvaguardia dei futuri soldati americani che dovrebbe, agli occhi della popolazione statunitense, essere più importante di qualsiasi altra forma di orgoglio nazionale o desiderio di predominio sui territori medio orientali.

Di certo gli esiti così rapidi della riconquista talebana erano inaspettati e Biden ha dovuto riconoscerlo, ma la decisione ormai era stata presa e tanto vale concentrarsi su ciò che è più vicino al cuore del suo popolo. Il ricordo dei martiri deve prendere necessariamente il sopravvento sui nazionalismi per evitare di aggiungere i nomi alla conta dei morti.

Il principale obiettivo è stato raggiunto

Nel 2001 tutto iniziò come la War on Terror, la guerra al terrorismo di Bush per rivendicare la strage dell’11 settembre. Le truppe americane si recarono in Afghanistan alla ricerca di Osama Bin Laden, il mandante del più grande attacco terroristico che la storia riporta alla nostra memoria.

Stando a ciò che dice Biden, l’unico bersaglio era la morte dell’uomo e del suo gruppo sovversivo, ospitato dai talebani nel territorio. Niente di più e niente di meno. Nessun altra meta doveva essere raggiunta e non ha quindi motivo di essere inseguita a distanza di così tanto tempo.

Quello che il mondo ha registrato con i suoi occhi anche dopo l’uccisione di Bin Laden è stato però un consapevole prosieguo della guerra e un latente desiderio di occidentalizzazione del popolo musulmano. Ma per chiunque si trovi all’interno dei confini nazionale forse questi devono restare dei dettagli trascurabili.

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