Cos’è la COP26 di Glasgow sul clima e perché riguarda da vicino tutti noi

Stefano Rizzuti

27 Ottobre 2021 - 15:03

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Dal 31 ottobre al 12 novembre 2021 si terrà a Glasgow la COP26. Ma cos’è la Conferenza sul clima e perché è così importante? Cosa verrà deciso durante i summit e quali saranno gli impegni da prendere?

Cos’è la COP26 di Glasgow sul clima e perché riguarda da vicino tutti noi

Non è solo il bla bla bla denunciato da Greta. Non sono solo chiacchiere distanti da tutti noi, noiose riunioni politiche. La COP26 e tutte le decisioni che verranno prese a Glasgow ci riguardano da vicino e avranno effetti concreti sulla nostra vita di tutti i giorni, sui nostri consumi, sulle nostre abitudini. Per questo il summit organizzato dal Regno Unito in partnership con l’Italia sul cambiamento climatico è più importante di quel che sembra a prima vista.

La 26esima Conferenza delle Parti (COP26) viene organizzata dalle Nazioni Unite per discutere del cambiamento climatico e del suo impatto sulla vita dei cittadini di tutto il mondo. La Conference of the Parties quest’anno si tiene a Glasgow e porterà a un nuovo decisivo negoziato sul clima, tanto che in molti l’hanno già definita come l’ultima opportunità per il pianeta.

Nell’ambito della COP26 si terrà anche la 16esima Conferenza delle Parti sul protocollo di Kyoto (CMP16) e la terza Conferenza delle Parti sull’Accordo di Parigi (CMA3). Vediamo tutto quello che c’è da sapere sulla Conferenza sul cambiamento climatico di Glasgow.

COP26: dove si svolge e chi partecipa

La COP26 si tiene allo Scottish Exhibition Centre (Sec) di Glasgow in Scozia. È la prima volta che viene ospitata dal Regno Unito e si tratta del più grande vertice internazionale mai ospitato dal Paese: si attendono oltre 30mila delegati.

Nella lista dei partecipanti mancano però alcuni nomi attesissimi: è il caso del presidente russo Vladimir Putin e di quello cinese Xi Jinping. [A rimarcare la loro assenza c’è stata anche la regina Elisabetta: pure lei, però, non potrà presenziare a causa di motivi medici. L’assenza dei presidenti (ma non delle loro delegazioni) viene ritenuta un segnale negativo considerando che Cina e Russia sono il primo e il terzo Paese più inquinatori (in mezzo c’è l’India).

Quando è prevista la COP26 di Glasgow

La COP26 si tiene dal 31 ottobre al 12 novembre 2021. Inizialmente era prevista per il novembre del 2020 ma si è deciso di rinviare la data a causa della pandemia di Covid, sia per le restrizioni e l’eccessiva circolazione del virus sia per assicurarsi che il vero focus del vertice fosse il clima e non la pandemia. Il premier britannico Boris Johnson ha invitato tutti i leader mondiali al summit dei capi di Stato e di Governo che si terrà nelle giornate di lunedì 1 e martedì 2 e sarà una delle tappe più importanti dell’intera Conferenza.

Il programma della Conferenza sul clima

Dopo la cerimonia di apertura si inizierà l’1 e il 2 novembre proprio dal World leaders summit (presieduto da Johnson) e dalle dichiarazioni nazionali dei capi di Stato e di Governo. Il primo incontro tra i leader si chiuderà nel pomeriggio del 2 novembre.

Nei giorni successivi si terranno eventi, workshop, incontri tra ministri con diverse competenze su temi che vanno dal turismo all’educazione. Il 9 e il 10 novembre ci sarà la seconda parte di negoziati relativa alle dichiarazioni nazionali e infine l’11 e 12 novembre si terrà la plenaria conclusiva della COP ma anche di CMP e CMA.

L’accordo di Parigi sulle emissioni

Il punto cruciale della discussione attesa alla COP26 non può prescindere dall’Accordo di Parigi sulla riduzione delle emissioni. Non a caso questa Conferenza viene ritenuta la terza tappa di quell’accordo. A Parigi, nel 2015, era stato preso l’impegno di limitare l’aumento della temperatura a livello globale al di sotto dei 2 gradi con l’obiettivo fissato a 1,5.

Ogni cinque anni quel piano va aggiornato provando a rivedere gli obiettivi. Alla COP26 di Glasgow chi ha aderito all’Accordo di Parigi potrà presentare i piani aggiornati sulla riduzione delle emissioni. Finora un quarto dei Paesi che ha sottoscritto l’intesa (47 nazioni) non ha ancora rivisto al rialzo gli obiettivi sulla riduzione di Co2 mentre in 145 nazioni i tagli sono considerati modesti. C’è ancora tanta strada da fare anche se un segnale positivo è arrivato: oltre la metà dei Paesi ha incrementato gli sforzi nazionali.

Perché la COP26 è così importante

Il meeting di Glasgow è ritenuto cruciale perché ci si attende che vengano prese decisioni con un reale impatto sulla vita quotidiana di tutti i cittadini. Per esempio scelte che possono riguardare le auto che guidiamo tutti i giorni, l’utilizzo del riscaldamento nelle abitazioni o il ricorso ai voli aerei e ai trasporti.

I presupposti da cui si parte sono quelli legati al riscaldamento globale, dovuto alle emissioni causate dell’uomo. Con conseguenze che portano fino a eventi climatici estremi (in costante aumento) e con l’ultimo decennio che è stato il più caldo mai registrato. Per questi motivi i governi vogliono e devono mettersi d’accordo per compiere azioni collettive ritenute urgenti.

A quasi 200 Paesi è stato chiesto di programmare un taglio delle emissioni entro il 2030: l’obiettivo fissato nel 2015 era quello di restare al di sotto dei 2 gradi di aumento, magari fermandosi a 1,5. Il taglio delle emissioni dovrà essere raggiunto entro il 2050 e tutti i piani nazionali che vanno in questa direzione comportano scelte concrete che riguardano tutti da vicino.

Cosa verrà deciso alla COP26 di Glasgow

Molti Paesi decideranno e comunicheranno i loro piani per ridurre le emissioni già prima del summit. Altri annunci sono attesi nelle due settimane di incontri. Le decisioni che verranno prese a livello globale riguarderanno sia aspetti tecnici (come le regole da fissare per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi) che questioni più concrete. Eccone alcune:

  • un passaggio più veloce alle auto elettriche;
  • velocizzare l’eliminazione graduale dell’energia derivante dal carbone;
  • ridurre il taglio degli alberi;
  • proteggere maggiormente i cittadini dall’impatto dei cambiamenti climatici.

Si parlerà, inevitabilmente, anche di risorse economiche e di giustizia climatica. Per quanto riguarda i soldi saranno i Paesi in via di sviluppo a chiedere un aiuto per ridurre le emissioni (attualmente ne producono meno in base alla popolazione ma sono quelli che risentono degli effetti più catastrofici del cambiamento climatico).

Queste nazioni hanno bisogno di più risorse per ridurre le emissioni mettendo in campo misure che possono riguardare, per esempio, la produzione di energia pulita o l’installazione di pannelli solari. Alla fine della COP26 ci si attende una dichiarazione conclusiva - siglata da tutti i Paesi - che potrebbe anche prevedere impegni specifici.

Gli obiettivi della COP26: come capire se sarà un successo

Il Regno Unito sta iniziando a fissare degli obiettivi da conseguire in vista della dichiarazione finale. Ci sono alcuni impegni che vengono ritenuti i target minimi da raggiungere nelle conclusioni per decretare il successo di questa Conferenza:

  • un forte impegno per raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050;
  • una riduzione importante delle emissioni già entro il 2030;
  • impegni specifici su alcuni temi come il carbone, le automobili a benzina e la protezione della natura;
  • il finanziamento con almeno 100 miliardi di dollari l’anno per i Paesi in via di sviluppo.

Solo con il raggiungimento di questi obiettivi si potrà dire che la Conferenza sarà andata bene. Altrimenti - secondo gli esperti - diventa impossibile raggiungere l’obiettivo dell’aumento massimo di 1,5 gradi per il contenimento del riscaldamento. Sempre che, come dicono altri esperti, non sia già troppo tardi.

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