Cosa c’è dietro il rally di Nvidia? La capitalizzazione supera i $5.000 miliardi, è la prima volta nella storia

Donato De Angelis

29 Ottobre 2025 - 14:51

Nvidia ha superato i 5 trilioni di dollari di valore, trainata dal boom dell’intelligenza artificiale. La corsa dei chip AI ridefinisce Wall Street e segna una nuova era per la tecnologia globale.

Cosa c’è dietro il rally di Nvidia? La capitalizzazione supera i $5.000 miliardi, è la prima volta nella storia

È successo, è la prima volta nella storia. Nel cuore della Silicon Valley, un nome spicca come mai prima d’ora: Nvidia. La società di Santa Clara è al centro di un vero e proprio assalto ai vertici del mercato globale grazie ai suoi chip AI e alla domanda crescente di infrastrutture d’intelligenza artificiale. Oggi Nvidia ha superato il traguardo storico dei 5.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, un livello mai toccato finora da nessuna azienda quotata.

La scalata impressionante di Nvidia

Fino a pochi mesi fa, Nvidia era conosciuta prevalentemente come produttore di chip grafici per videogame e workstation dedicate. Oggi, invece, si sta imponendo come fornitore chiave per modelli linguistici, supercomputer AI e infrastrutture cloud-data-center. Il fattore scatenante è una combinazione esplosiva di ordini miliardari - si parla di oltre 500 miliardi di dollari per i prossimi chip generazione “Blackwell” e “Rubin”.

La società ha annunciato piani per costruire sette supercomputer per il governo USA, un salto infrastrutturale che la pone al centro dell’agenda tecnologica nazionale.

Il risultato? Un’impennata del valore in borsa. Le azioni registrano rialzi di circa il 5 % in pre-mercato USA, portando la capitalizzazione oltre l’obiettivo dei 5.000 miliardi di dollari (5.125 miliardi al momento della scrittura).

Perché gli investitori amano Nvidia

Il motivo principale della fiducia degli investitori risiede nel fatto che Nvidia è vista come uno dei pochi attori in grado di capitalizzare in modo significativo la “next wave” dell’AI generativa e dell’infrastruttura AI. Analisti e hedge fund puntano sull’azienda alla luce della sua leadership nei chip di training e inferenza, nonché per la sua posizione consolidata nei cloud, nei data-center e nei contratti governativi.

In un contesto in cui le big del tech aumentano massicciamente la spesa in hardware e software AI, Nvidia raccoglie i frutti della proliferazione di modelli linguistici, automazione, e applicazioni enterprise. La sua linea H100, i chip Blackwell illustrati dal CEO Jensen Huang e la forte domanda da hyperscaler fanno della società un “must have” nei portafogli orientati al futuro.

Nvidia poi non fa leva solo sul consumo privato, ma anche su ambiti istituzionali (governo USA, infrastrutture nazionali). E questo le conferisce un profilo di crescita al di fuori dai cicli tradizionali del consumatore finale. Questo mix rende l’azione tanto strategica quanto speculativa.

Ma occhio ai rischi

L’euforia non è senza ombre. Il primo rischio è legato alla valutazione: una capitalizzazione di oltre 5.000 miliardi significa che le aspettative sono altissime e lo spazio per errori è assai ridotto. Tutto ciò che poteva andare bene per l’azienda è andato bene, anzi ottimamente, ma una leggera battuta d’arresto potrebbe comportare una correzione pesante.

Un secondo rischio riguarda le dinamiche geopolitiche. Nvidia è al centro della guerra commerciale tecnologica tra Stati-Uniti e Cina, soprattutto perché i chip avanzati rappresentano una leva strategica. Le pressioni per le restrizioni alle esportazioni o la possibilità che le infrastrutture estere non accedano ai suoi prodotti sono reali.

Infine, se è vero che l’AI sta rivoluzionando i modelli di business, è altrettanto vero che alcune analisi accademiche segnalano un possibile squilibrio fra potenziale e realizzazione effettiva. Il mercato potrebbe aver già prezzato gran parte delle promesse future derivanti dall’intelligenza artificiale.

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