Cos’è un elevator pitch? 5 consigli per farlo al meglio

Felice Bianchini

3 Dicembre 2021 - 06:47

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Vuoi convincere qualcuno a investire tempo e denaro in una tua idea? Non puoi non sapere cos’è e come si fa un elevator pitch.

Cos’è un elevator pitch? 5 consigli per farlo al meglio

Saper convincere è un’arte che non tutti possiedono. Saperlo fare in poco tempo è una dote anche più difficile da trovare, ed è quello che è richiesto a chi vuole cimentarsi nella stesura e nella messa in pratica di un elevator pitch.

Non è una questione di talento. Con un po’ di pratica, la giusta preparazione e un pizzico di fortuna, chiunque può essere in grado. Di seguito 5 consigli su come produrre un buon elevator pitch.

Cos’è un elevator pitch?

Un elevator pitch è un discorso breve, con il potenziale di convincere l’interlocutore del valore di una propria idea o progetto. Il nome (dall’inglese elevator, che vuol dire ascensore, e pitch, lancio in italiano) deriva dal tempo ridotto che si deve dedicare alla presentazione, come se ci si trovasse in ascensore. In media, infatti, l’intervallo di tempo ritenuto adatto va dai 30 secondi a qualche minuto.

L’obiettivo è colpire in maniera veloce e precisa chi si ha di fronte, per ottenere il suo appoggio, qualunque forma abbia.
Le occasioni in cui ritrovarsi a dover recitare un elevator pitch sono varie: da una fiera per imprenditori, passando per un colloquio di lavoro, fino a un vero e proprio incontro casuale in ascensore. L’importante, qualsiasi sia il luogo e l’interlocutore, è essere preparati.

5 consigli per un buon elevator pitch

Ecco 5 consigli per rendere il proprio elevator pitch interessante ed efficace:

1) Tecnica e linguaggio
Bisogna essere sintetici e rendere semplice e comprensibile il proprio linguaggio, senza troppi tecnicismi: raccontare una storia è un modo accattivante di presentare la propria idea; bisogna, tuttavia, conservare un minimo di flessibilità per poter cambiare, a seconda dell’interlocutore, il modo di parlare (un conto è parlare con un cliente, altra cosa è parlare con un investitore).

2) Struttura
La struttura migliore da adottare inizia con una breve presentazione, in cui si espone un problema da risolvere, la domanda a cui rispondere, l’idea da realizzare; dopodiché, senza soffermarsi troppo sulle proprie passate esperienze e in generale sulla presentazione di sé stessi, è indispensabile interessare l’interlocutore, esporre i vantaggi che potrebbe guadagnare appoggiando il progetto; poi, non meno importante, bisogna convincere chi ascolta che l’idea di per sé è vincente e - se ci sono - che gli altri competitor non sono un rischio. Infine, alla conclusione è affidato il compito di chiarire cosa deve dare in cambio della partecipazione l’interlocutore.

3) Obiettivo
È importante far leva sulle emozioni. Recitare un discorso piatto non spingerà l’ascoltatore ad appassionarsi. C’è bisogno di una buona dose di entusiasmo - anche perché è spesso contagioso. Se chi si ha di fronte si emozionerà, sarà più facile convincerlo ad accettare la nostra sfida. In generale, bisogna colpire chi ci ascolta e non farsi colpire, ad esempio facendosi trovare impreparati dopo una domanda: meglio avere sempre una risposta pronta.

4) Allenamento
È importante, visto il tempo ridotto, non improvvisare. Per farlo occorre avere più di un pitch, di diversa durata, uno per ogni situazione e interlocutore. Ma soprattutto è fondamentale allenarsi, ripeterli a qualcuno, anche a sé stessi, magari riascoltandoli registrati;

5) Caparbietà
Anche se dovesse andare male, non bisogna mollare, ma imparare dal fallimento e migliorare ciò che non andava nella preparazione precedente, puntando sulla successiva.

La migliore conclusione di un elevator pitch è uno scambio di contatti, e magari un invito a un incontro privato. Seguendo alla lettera questi 5 consigli, il pitch riuscirà a colpire nel segno e a portare chi ci ascolta dalla parte del nostro progetto.

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