Corruzione propria, aumenta la pena (massima e minima). Forza Italia si adira. Ma che cos’è la corruzione propria? Ecco la spiegazione
La Commissione Giustiza del Senato che sta attualmente esaminando il ddl anti corruzione, ha dato il proprio nulla osta all’aumento della pena per la corruzione propria.
Subito dopo l’approvazione la seduta è stata sospesa. Ira di Forza Italia che, per bocca dello stesso presidente Francesco Nitto Palma, sottolinea come anche Ncd abbia rilevato il rischio di creare una situazione di "irrazionalità dell’intero sistema sanzionatorio dei reati contenuti nel disegno di legge".
Secondo il partito di Berlusconi, nel caso in cui il testo del Governo ricevesse il via libera dell’Aula, la pena diverrebbe "più rilevante rispetto a quella per la corruzione in atti giudiziari".
Corruzione propria: che cos’è
Il reato di corruzione ha due diverse connotazioni: propria e impropria.
La corruzione propria avviene nel momento in cui un pubblico ufficiale, esercitando una "transazione corrotta", pone in essere atti contrari ai suoi doveri d’ufficio.
Il suddetto reato è identificato chiaramente dall’art. 319 del codice penale italiano:
Il pubblico ufficiale che, per omettere o ritardare o per aver omesso o ritardato un atto del suo ufficio, ovvero per compiere o per aver compiuto un atto contrario ai doveri di ufficio, riceve, per sé o per un terzo, denaro od altra utilità, o ne accetta la promessa, è punito con la reclusione da quattro a otto anni.
Corruzione propria: aumenta la pena
L’emendamento del Governo al ddl Anticorruzione approvato oggi dalla Commissione Giustizia del Senato aumenta la pena minima e massima prevista per il reato di corruzione propria. La pena minima passa da quattro a sei anni, quella massima da otto a dieci anni.
Ricordiamo anche che ieri in Commissione era passata anche la proposta del Movimento 5 Stelle che aumenta la pena per i pubblici ufficiali che commettono il reato nell’esercizio delle proprie funzioni per concedere atto dovuto.
L’ira di Forza Italia
Ma Forza Italia non ci sta e parte all’attacco. Dure le parole del
senatore Ciro Falanga:
"L’emendamento ha reso squilibrato l’intero assetto sanzionatorio. Se l’obiettivo è quello di fare una buona legge, occorre una rivisitazione sistematica delle pene. Se al contrario, l’obiettivo è semplicemente licenziare il provvedimento ad una determinata ora, qualunque esso sia, ciò non può che vedere Forza Italia in posizione di energica opposizione
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