Ancora polemiche sull’editoriale scritto da Ferruccio De Bortoli e pubblicato ieri sul Corriere della Sera. Marchionne difende Renzi, ma il PD valuta l’ipotesi complotto. Dietro potrebbe esserci Prodi
Da ieri non si parla d’altro che dell’editoriale al vetriolo scritto dal direttore del Corriere della Sera contro Matteo Renzi.
Un Jè t’accuse in piena regola all’interno del quale Ferruccio De Bortoli parla di personalità ipertrofica, di un governo dalla "debolezza disarmante", e di un patto del nazareno che profuma di "massoneria".
Parole che non ti aspetti di leggere su un quotidiano da sempre "attento all’equilibrio" come il Corriere e che il Premier, da New York, non ha voluto commentare.
A difendere Renzi è intervenuto ieri anche l’AD della Fiat (azionista di maggioranza del giornale), Sergio Marchionne che ha affermato:
“
Renzi a me piace, ha coraggio. Parla del futuro per la prima volta, ha un’impresa, compiti enormi. Nelle sabbie mobili ci potevamo restare prima dell’euro, ma adesso serve una risposta ai problemi. Lo si lasci in pace, lo si lasci lavorare per il bene dell’Italia. Il Corriere? Non lo leggo normalmente”.
A Roma nel frattempo il PD renziano è letteralmente furioso. I sostenitori del Premier e, secondo l’Huffington Post, lo stesso Matteo Renzi, cominciano a pensare che dietro quell’editoriale ci sia qualcosa di più. Che a manovrare la penna di De Bortoli ci sia la politica, o meglio : Giovanni Bazoli (altro azionista del Corsera) e Romano Prodi.
Il motivo sarebbe presto detto: Prodi avrebbe capito che il Patto del Nazareno esclude categoricamente il suo nome nella corsa al Colle. L’editoriale servirebbe dunque a indebolire Matteo Renzi (e lo stesso patto), in modo da influenzare l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica.
Ma Romano Prodi non ci sta e tramite il suo ufficio stampa replica così:
Soltanto un cretino può ritenere che il Presidente Prodi si rammarichi di essere ’non contemplato dal patto del Nazareno per l’elezione del prossimo inquilino del Colle’. Inoltre si cade in un grave errore se si ritiene che il Presidente Prodi possa influenzare l’editoriale del direttore del Corriere della Sera".
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