Coronavirus, i nuovi “untori” sono gli under 40: i dati OMS

Riccardo Lozzi

18 Agosto 2020 - 17:34

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L’OMS annuncia che la pandemia sta cambiando: ora i contagi sono spinti soprattutto dagli under 40. In Italia l’età media dei nuovi casi è di 35 anni.

Coronavirus, i nuovi “untori” sono gli under 40: i dati OMS

Le persone sotto i 40 anni sono le più contagiate da coronavirus. A rivelarlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità per voce di Takeshi Kasai, direttore dell’ufficio del Pacifico Occidentale.

Questi, durante la conferenza stampa odierna virtuale, ha manifestato la sua preoccupazione per questo nuovo fenomeno che rischia di mettere in pericolo i più anziani e tutte le categorie più vulnerabili agli effetti del Covid-19.

Un andamento che viene confermato anche in Italia. Infatti, secondo l’Istituto superiore di sanità, l’età media dei nuovi positivi degli ultimi 30 giorni è effettivamente di 35 anni, come è possibile osservare dai dati aggiornati sul sito EpiCentro.

Coronavirus, OMS: boom contagi tra under 40

Attraverso le sue dichiarazioni il dottor Kasai ha quindi voluto mettere in guardia la popolazione, sostenendo: “L’epidemia sta cambiando. Le persone di 20, 30 e 40 anni stanno sempre di più pilotando la diffusione”.

Molti non sanno di essere infetti poiché sono asintomatici o hanno sintomi molto lievi - continua il dirigente dell’OMS - ciò aumenta il rischio di contagio delle categorie più vulnerabili tramite una trasmissione inconsapevole".

I soggetti più vulnerabili a rischio di ricadute afferma Kasai: “sono gli anziani, i malati, le persone con malattie croniche e chi vive in aree urbane densamente popolate o aree rurali con pochi servizi”.

Continuare con mascherine e distanziamento

Il direttore plaude quindi a quei “paesi che hanno già adottato diverse contromisure per combattere e minimizzare le conseguenze sociali ed economiche del Covid-19”.

Molti ormai individuano i focolai in maniera più rapida e mettono in campo interventi più mirati, riuscendo a garantire alla società un benessere sanitario ed economico allo stesso tempo”.

Oltre al riconoscimento ai governi, i quali “hanno aumentato la capacità dei loro sistemi sanitari, in modo che possano accogliere più pazienti ed evitare che il sistema venga sopraffatto”, Kasai si rivolge anche i cittadini.

A loro viene dato il merito di aver adottato nuovi comportamenti come “l’utilizzo della mascherina, il distanziamento sociale e l’igiene delle mani che ormai fanno parte della vita quotidiana”.

Sappiamo che non è facile continuare così e che molte persone sono stanche - riconosce il medico - ma abbiamo bisogno che le persone continuino a compiere queste scelte, per proteggere sé stesse e la propria comunità di appartenenza”.

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