Corea del Nord: tensione con l’ONU per il lancio di un missile a lungo raggio

Simone Traversa

8 Febbraio 2016 - 10:24

La Corea del Nord prosegue con la sua politica di provocazioni e di test militari che violano le risoluzioni ONU. Anche gli alleati di Pyongyang mostrano insofferenza.

Corea del Nord: tensione con l’ONU per il lancio di un missile a lungo raggio

La Corea del Nord ha lanciato un missile balistico a lungo raggio in direzione dei territori giapponesi.

Si tratta di una chiara violazione delle risoluzioni ONU, le quali impediscono al governo di Pyongyang di condurre test e sviluppare tecnologie militari balistiche e nucleari.

La Corea del Nord non è nuova a questo tipo di provocazioni, soprattutto da quando la guida del paese è passata al giovane Kim Jong Un. L’ultima risale al 6 gennaio scorso, quando il test di quella che si presumeva fosse una bomba a idrogeno aveva provocato un terremoto di magnitudo 5.1 nell’area dell’esplosione.

Cosa spinge Kim Jong Un a perseguire questa politica della provocazione? È davvero motivato solo dall’esigenza di protezione militare, o c’è sotto qualcos’altro?

Corea del Nord: il test del missile balistico

Kwangmyongsong-4, questo il nome del razzo che secondo il governo di Pyongyang alle 9.01 (fuso orario coreano), 1.31 (ora italiana), ha raggiunto l’orbita terrestre.

Infatti, quello che secondo i servizi segreti della Corea del Sud, America e Giappone è un test balistico, che viola le risoluzioni ONU, è stato giustificato dal governo nordcoreano come il lancio di un satellite. Per questo motivo Kim Jong Un pretende di continuare lo sviluppo della tecnologia balistica per motivi pacifici e non militari.

Il razzo ha coperto diverse migliaia di chilometri, sufficienti a superare le basi Usa a Okinawa, soddisfacendo appieno le aspettative della Corea del Nord e alzando, nuovamente, un nugolo di polemiche, critiche, condanne e allarmi.

I motivi della politica provocatoria di Kim Jong Un

Quello di Kim Jong Un è il tentativo di mantenere saldo il proprio potere in un mondo in cui ha sempre meno spazio di manovra.

L’acerrimo nemico di Pyongyang, la Corea del Sud, sta infatti stringendo sempre di più i rapporti di alleanza con lo storico alleato nordcoreano: la Cina.

La Corea del Sud potrebbe vedere eletto un suo rappresentante alla vice presidenza della AIIB, la banca asiatica per gli investimenti infrastrutturali promossa da Pechino. Questo potrebbe portare la Corea del Nord a ricoprire un ruolo di secondo piano nella politica degli aiuti della Cina.

Le condanne dell’ONU e della comunità internazionale

Il lancio è un gesto inaccettabile secondo il presidente giapponese Shinzo Abe.

Condanne anche da parte della Corea del Sud, della Russia, anch’essa alleata della Corea del Nord, che rileva una preoccupante mancanza di rispetto per le risoluzioni internazionali da parte del governo di Pyongyang.

Anche la Cina non ha mancato di far sentire la propria voce, invitando alla calma, ma intimando fermamente la Corea del Nord al rispetto delle leggi internazionali.

Il segretario generale dell’ONU ha caldamente invitato Kim Jong Un a interrompere immediatamente la politica di azioni provocatorie, mentre secondo il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg sono cinque le risoluzioni violate.

L’America ha infine fatto sapere che prenderà le contromisure necessarie per difendere se stessa e gli alleati, condannando il gesto della Corea del Nord ma al contempo facendo sapere che al momento non ci sono pericoli imminenti.

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