Dopo l’inasprimento delle sanzioni deciso la settimana scorsa dall’ONU, la Corea del Nord vuole eseguire un terzo test nucleare, stavolta con “target USA”.
“La volontà popolare è che facciamo qualcosa anche di più grande di un test nucleare, l’Onu ci ha lasciato senza scelta, non possiamo che procedere verso la resa dei conti finale".
Questo è quanto ha scritto il Rodong Sinmun, quotidiano del regime nordcoreano, in un articolo pubblicato oggi.
Minaccia vera o mera propaganda?
C’è chi parla di propaganda, chi di intenzioni bellicose, chi, pur non credendo alle minacce nordcoreane, raccomanda comunque prudenza.
Il successo del lancio di un missile Unha-3 lo scorso 12 dicembre ha galvanizzato l’animo di Kim Jong-un, attuale leader nordcoreano che ne ha fatto un pretesto per consolidare il suo potere.
Secondo l’analista americano del Centro per gli studi strategici e internazionali di Washington Victor Cha, le intenzioni di Jong-un sarebbero chiare:
"usa i lanci di missili e i test nucleari per consolidare il suo potere e ribadire il legame dinastico con il quasi divinizzato Kim Il Sung, suo nonno.”
Sarebbe il 5° test in 13 anni
Quello dello scorso dicembre, non è il primo test realizzato dalla Nord Corea. Il governo di Pyongyang ha effettuato test missilistici nel 1998, nel 2006, nel 2009 e nel 2012 con risultati di sempre maggior impatto.
Secondo gli analisti, la volontà della nazione asiatica sarebbe quella di realizzare un missile con una portata che arrivi fino a 10mila chilometri, dimostrando al mondo di possedere la tecnologia di una grande potenza.
Le reazioni dell’ONU
La risposta dell’ONU al test del 12 dicembre scorso non si è fatta attendere. Le Nazioni Unite hanno ulteriormente inasprito le sanzioni contro la Corea del Nord, stavolta avvalendosi anche del voto dell’alleata Cina.
L’appoggio dato da Pechino (oltre che da Mosca) rende di fatto la posizione della Corea più debole. La nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, in particolare, non introduce nuove sanzioni, ma estende quelle già esistenti ad altre organizzazioni governative, tra cui l’Agenzia spaziale nordcoreana.
Questo nonostante le iniziali intenzioni degli Stati Uniti che chiedevano, invece, l’adozione di nuove misure restrittive.
“Il dialogo è l’unico modo per raggiungere l’obiettivo della denuclearizzazione nella penisola coreana e una pace duratura nella regione”.
Questo l’appello del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki- moon.
La minaccia
“La piu’ grande minaccia alla pace e alla sicurezza della penisola coreana proviene dalla politica ostile delle forze malvagie guidate dagli Stati Uniti e sostenute dal vasto arsenale atomico americano"
E ancora:
“Noi adotteremo misure concrete volte a rafforzare le nostre forze militari di autodifesa, compresa la dissuasione nucleare”.
La nota diramata qualche giorno fa dalle autorità nordcoreane è chiara. Quanto sia reale l’entità della minaccia no, ma, di certo, non bisognerà aspettare la sua attuazione per rendercene conto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA