Controllo dichiarazione dei redditi: come contestare l’Agenzia delle Entrate o sanare il pagamento?

Federico Migliorini

15 Ottobre 2014 - 17:30

Vediamo quali sono le possibilità a disposizione dei contribuenti per sanare la propria posizione o per contestare la comunicazione, nel caso in cui la pretesa tributaria risulti infondata.

Controllo dichiarazione dei redditi: come contestare l’Agenzia delle Entrate o sanare il pagamento?

Passato il mese di settembre, dedicato all’invio dei modelli Unici, iniziano le attività dell’Agenzia delle Entrate per il controllo delle dichiarazioni dei redditi presentate dai contribuenti, siano essi persone fisiche o società. Tali verifiche hanno l’obiettivo di verificare l’esattezza dei dati indicati nelle dichiarazioni fiscali, ed eventualmente correggerli. Il controllo sulle dichiarazioni può essere di due tipi:

Controllo automatico
E’ effettuato ai sensi dell’articolo 36-bis del DPR 600/73. Le comunicazioni emesse a seguito di tale controllo evidenziano o la correttezza nella dichiarazione (comunicazione di regolarità), o l’eventuale presenza di errori (richiesta di chiarimenti). In questo caso, la richiesta da ai contribuenti la possibilità di pagare le somme indicate, con una riduzione delle sanzioni, oppure di fare presente all’Agenzia delle Entrate le ragioni per cui ritengono infondati gli addebiti. Per i contribuenti che hanno presentato il modello 730 è inviata, eventualmente, la sola comunicazione di irregolarità.

Controllo formale
E’ effettuato ai sensi dell’articolo 36-ter del DPR 600/73. Tale controllo consiste nel verificare la conformità dei dati esposti in dichiarazione alla documentazione conservata dal contribuente e ai dati desunti dal contenuto delle comunicazioni presentate da altri soggetti ovvero forniti da enti previdenziali, banche ed imprese assicuratrici. Ricordiamo che con il debutto del modello 730 precompilato, questa fase dei controlli non verrà effettuata per i soggetti che aderiranno al modello dichiarativo proposto dagli Uffici, anche se mancante di possibili detrazioni (si pensi alle spese sanitarie, che ancora non sono tracciabili preliminarmente dalle banche dati dell’Agenzia). In ogni caso, se la documentazione giustificativa prodotta dal contribuente non risulta idonea a comprovare la correttezza dei dati, ovvero nella mancata risposta al predetto invito, il contribuente riceve una comunicazione degli esiti del controllo formale contenente la richiesta delle somme dovute.

I controlli sui redditi soggetti a tassazione separata
Consiste nella determinazione dell’imposta dovuta su determinati redditi (assoggettati ad un regime di favore, come il Tfr o gli arretrati di pensione), per i quali sono già state versate somme a titolo di acconto. Se il contribuente, riconosce la validità della contestazione, può regolarizzare la propria posizione mediante il pagamento, entro 30 giorni dal ricevimento della comunicazione, avvalendosi della sanzione ridotta ad 1/3 di quella originariamente prevista del 30%, oltre all’imposta oggetto di rettifica e i relativi interessi.

I tempi e le modalità per sanare la propria posizione
In tutti i casi di controllo che abbiamo appena visto, la regolarizzazione del pagamento di eventuali importi a debito deve sempre essere effettuata entro 30 giorni dalla notifica della comunicazione stessa, con il pagamento dell’imposta dovuta e dei relativi interessi, utilizzando il modello F24. Il contribuente può richiedere agli uffici di ottenere il rateizzo dell’importo dovuto, con un massimo di 6 rate trimestrali per importi fino a 5.000 €, mentre per gli importi superiori il numero massimo di rate trimestrali sale fino a 20.

Cosa fare se la pretesa tributaria è infondata
Se la comunicazione ricevuta è errata, o non è fondata la pretesa tributaria, contenuta nella comunicazione, il contribuente può rivolgersi ad un ufficio dell’Agenzia delle Entrate, fornendo gli elementi probatori comprovanti la correttezza dei dati indicati in dichiarazione. Nel caso in cui la domanda presentata non venga accolta è necessario attendere l’arrivo della cartella esattoriale e procedere con l’istanza di reclamo mediazione o con il ricorso tributario, rivolgendosi per l’assistenza necessaria ad un Commercialista abilitato.

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