Contenzioso fiscale: cos’è e come funziona

Roberto Rais

02/04/2014

Il contenzioso fiscale: cos’è, come funziona e in che modo proporre ricorso.

Contenzioso fiscale: cos’è e come funziona

Con il termine «contenzioso» si definiscono tutte le liti giudiziarie che coinvolgono da una parte il contribuente, e dall’altra un ente impositore (può trattarsi dell’Agenzia delle Entrate, del Comune, della Provincia, della Regione, e così via). Considerato che qualche ora fa abbiamo avuto modo di discutere brevemente sull’andamento dei contenziosi tributari, cerchiamo allora di comprendere meglio quale sia l’elemento fondamentale di tale focus.

Cosa sono le commissioni tributarie

Come abbiamo avuto modo di introdurre, le liti giudiziarie che sfociano in veri e proprie contenziosi tra ente impositore e contribuente vengono decise dalle commissioni tributarie. In proposito, si tenga conto che le commissioni tributarie (provinciali o regionali) sono degli organi giurisdizionali formati da giudici tributari: possono pertanto essere composte da magistrati, pubblici dipendenti, professionisti e altro ancora.

Come attivare il contenzioso

Di norma il contenzioso tributario è attivato impugnando l’atto che viene emesso dall’ente impositore o, di contro, in seguito al rifiuto o al diniego dell’amministrazione a una domanda di rimborso presentata dal contribuente. Nel primo caso (si pensi ad esempio al pervenimento di una cartella esattoriale sul cui contenuto il contribuente non è concorde), il ricorso dovrà essere proposto entro 60 giorni dal giorno in cui riceve l’atto; nel secondo caso (ovvero, l’istanza che il contribuente ha avanzato con scarso esito nei confronti dell’ente) il ricorso contro il rifiuto deve essere presentato prima della prescrizione del rimborso che, generalmente, è pari a 10 anni.

Alcune cose utili da sapere

Sancito quanto precede, vi sono alcune caratteristiche che è bene tenere a mente. La prima è che i motivi di ricorso non possono essere nè modificati nè integrati (l’unica eccezione è rappresentata dalla presentazione di documenti che prima erano sconosciuti al contribuente). Inoltre, così come negli ordinari processi, se la lite ha un controvalore superiore ai 2.582,28 euro, è obbligatoria una assistenza tecnica . In termini più concreti, se il ricorso ha per oggetto una somma che è superiore a quella sopra descritta, il contribuente dovrà necessariamente rivolgersi a un professionista abilitato che possa redigere e sottoscrivere il ricorso, e rappresentarlo in udienza.
Di contro, per importi inferiori il contribuente può stare in giudizio anche personalmente, sebbene sia sempre fortemente consigliabile cercare di domandare un parere o una consulenza tecnica a un esperto del settore, che possa o meno confortare le proprie pretese nei confronti dell’ente o, di contro, ipotizzare la migliore difesa, anche per importi contenuti.

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