Stamani la Confcommercio ha rilasciato il rapporto dal nome "Credito e burocrazia, il gattopardo delle imprese", presentato al forum dei giovani imprenditori di Venezia.
Il rapporto concerne informazioni sulle reali stime del credito concesso nell’ultimo periodo dalle banche italiane,il quale mostrano che tra il novembre 2011 e il giugno 2012, vi è stato un calo del credito alle imprese di 32 miliardi di euro.
L’italia tra le peggiori per l’accesso al credito
Nel bel paese lo stock dei prestiti e’ crollato da 1.015 a 983 miliardi di euro.
Secondo Confcommercio, per l’accesso al credito l’Italia si colloca alla 104° posizione su 185 paesi presi in esame, in compagnia di paesi quali il Portogallo, perdendo sei posti rispetto al basso ranking dello scorso anno.
Molto lontani i nostri partner-competitor continentali con la Francia alla 53° posizione e la Germania addirittura alla 23°.
Nel periodo in cui si è avuta questa restrizione del credito si è stati spettatori di una concomitante crescita dei tassi di interesse su prestiti, causando una riduzione dei soggetti intenzionati ad usufruire dei servizi di credito offerti dalle banche.
Questa situazione ha appesantito ulteriormente la critica situazione economica che l’Italia sta attraversando.
Il credito italiano rispetto alle economie fuori dei confini
All’interno del rapporto di Confcommercio, vengono esposte le cifre della precaria situazione del credito italiano rispetto ad economie di riferimento.
Nella fattispecie su un prestito da un milione di euro in 5 anni, le imprese italiane erano chiamate a pagare mediamente a luglio 2012 il 6,24% di interessi su prestiti, mentre quelle francesi e tedesche pagavano oltre due punti in meno, rispettivamente solo il 4,14% e 4,04%.
Senza dimenticare che in un anno, da luglio 2011 ad agosto 2012, i tassi medi sui prestiti di grandi dimensioni si sono appesantiti di oltre mezzo punto percentuale. Se poi l’importo del finanziamento scende e l’impresa che lo richiede ha dimensioni modeste, caratteristica che accomuna il 90% delle aziende italiane, ecco che il conto può diventare molto più salato.
Di fatti su un prestito da 15mila euro da restituire in 72 mesi, difficilmente su di una Pmi o una start up potranno essere posti tassi inferiori al 10%.
La domanda del credito ai minimi dal 2008
Un altro dato allarmante è sicuramente posto in essere dalla percentuale di imprese che è ricorsa al credito bancario: solo il 15,7% delle imprese ha chiesto un prestito, dato ai minimi dal 2008.
Per Confcommercio vi è stata una generalizzata stretta del credito, ma in particolare i dati peggiorano sensibilmente nel Centro Italia, nel Mezzogiorno e nelle Isole.
Il rapporto è stato basato su un’indagine condotta su 1443 imprese, quale mostra che le imprese del settore terziario si trovano in una posizione di svantaggio verso la concessione di un prestito.
Difatti moltiplicando la percentuale di imprese che hanno richiesto finanziamenti al sistema bancario, per la percentuale di quelle che hanno visto accogliere la loro richiesta,è possibile ottenere la percentuale delle imprese del terziario che ha effettivamente avuto finanziamenti sul totale delle imprese: appena il 4,9%.
Il dato, sottolinea il rapporto, rappresenta "un valore ai minimi dal 2008, che testimonia la gravita’ della crisi".
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