Come salvare MPS a costo zero

Ezio Pozzati

29 Ottobre 2021 - 16:52

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MPS-Unicredit: risolvere il problema è possibile grazie all’azionariato popolare. Costo zero per lo Stato e il parere dell’Ue non sarebbe necessario.

Come salvare MPS a costo zero

Dopo circa tre mesi di trattativa e di riscontri contabili Unicredit ha gettato la spugna con MPS chiedendo prima un congruo “appannaggio”, miliardario naturalmente, per poi ritirarsi con la semplice scusante “non fa parte della nostra strategia”. Sembra la favola di Esopo “La volpe e l’uva”. Ora il Governo dice di avere un piano “B” - chiede tempo, circa un anno, attendendo una eventuale risposta positiva da parte dell’Unione Europea.

Tutti noi sappiamo che lo Stato Italiano non può più sostenere finanziariamente MPS, anche perché pare ci sia già costata 23 miliardi negli ultimi dieci anni (pare, tra l’altro, che un eventuale aiuto di Stato sia sanzionabile).

Le cause che hanno portato MPS a questa situazione sono molteplici: spese plurimiliardarie per acquisizioni a prezzi sovrastimati, gestioni non sempre trasparenti e forse finalizzate a interessi di parte, un numero di dipendenti troppo elevato. Ovviamente i cahiers de doléances non finiscono qui. Nei vari interventi ai talk show politici, economisti, opinionisti e sindacalisti hanno sciorinato le loro posizioni. Tutti siamo capaci di constatare le “magagne”, ma alla fine si devono trovare delle soluzioni fattibili.

Come salvare MPS a costo zero

Ecco, come risolvere il problema: i clienti del MPS sono circa 4.400.000. Sarebbe sufficiente che ognuno investisse una somma di 5.000 euro ed ecco che avremmo una raccolta di 22 miliardi che sarebbero così distribuiti:

  • aumento di capitale € 1.000 x 4.400.000 = € 4.400.000.000,
  • € 4.000 x 4.400.000.000 = 17.600.000.000 per la creazione di apposito fondo comune azionario soft closure con uscite preventivate in base al rischio (di perdere o guadagnare) che il sottoscrittore può sopportare e chiudendo il fondo per tutti quando viene raggiunta la performance del 70%.

Tutto ciò in linea con MiFID II e MiFIR.

La creazione del fondo comporterebbe un utile di € 519.600.000 già dal primo anno, dettato da una commissione d’ingresso una tantum del 2%, dal management allo 0,70% e da un applicativo del controllo rischio del costo di 10 euro l’anno.

I vantaggi dell’azionariato popolare

La soluzione proposta per lo Stato Italiano il costo è pari a zero, quindi non incide sul bilancio, non necessita di un parere dell’Unione Europea, non necessita di avere un partner che richieda disponibilità in cambio di un “salvataggio”.

Direi che è abbastanza semplice. L’unica cosa che si chiede è quella di valutare ed eventualmente di applicare una soluzione di questo tipo. L’azionariato popolare (che potrà controllare anche i controllori) potrebbe salvare la banca e con essa i suoi dipendenti, purché chi la gestisce lo faccia con competenza e professionalità.

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