Il Forex è probabilmente la vera bussola dell’economia reale, in quanto lo stato di salute di un Paese (o di un’area economica) può essere “fotografato” attraverso i dati macroeconomici (market mover) che vengono pubblicati quotidianamente e che si riflettono immediatamente sull’andamento di una valuta (currency). Come ogni asset class, anche il mercato internazionale delle valute si muove in base alle aspettative degli investitori relative al miglioramento, peggioramento o stabilità di un certo market mover. Sebbene ci siano alcuni dati che hanno quasi sempre un impatto determinante sul movimento dei principali tassi di cambio (non-farm payrolls, tassi di interesse, Pil), può accadere che in determinati contesti di mercato gli operatori prestino una certa attenzione a un dato piuttosto che a un altro, invertendo spesso il ranking dei vari market mover in un time frame di lungo periodo. Inoltre, bisogna considerare la tendenza già in atto su un tasso di cambio (che potrebbe essere accentuata maggiormente dopo la lettura di un dato) e il sentiment sul contesto macroeconomico generale, che può risultare ampiamente positivo o negativo con un conseguente forte impatto sulla performance di determinate coppie di valute (currencies pairs).
La reazione degli investitori alla pubblicazione di un market mover varia moltissimo e ad essa va aggiunta anche la volatilità di breve periodo presente su un tasso di cambio che potrebbe generare escursioni di prezzo molto ampie in contesti di iper-attività degli operatori. Ad esempio, in un clima di avversione generalizzata al rischio (risk aversion), soprattutto sull’equity, e un trend favorevole già consolidato per lo Yen (che presenta quasi sempre una correlazione inversa con l’andamento delle Borse), la pubblicazione di un market mover con valori ampiamente al di sotto delle attese può provocare facilmente un’ondata di acquisti sulla valuta nipponica (la più soggetta ai carry trade per i tassi storicamente pari a zero che spingono verso operazioni di deleveraging nei momenti di maggiore incertezza). Il 23 febbraio 2010 venne pubblicato il dato sulla fiducia dei consumatori americani con un valore di 46 punti, ben al di sotto sia delle stime (54,6) che della rilevazione precedente (55,9). Il mercato reagì prontamente acquistando Yen, provocando forti discese su tassi di cambio come l’Eur/Jpy e l’Usd/Jpy.
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