Coalizioni Europee 2019: ipotesi accordi per la maggioranza in Parlamento

Mario D’Angelo

27/05/2019

27/05/2019 - 16:14

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Quali sono le possibili Coalizioni Europee 2019? Tutte le ipotesi sugli accordi per formare una maggioranza

Coalizioni Europee 2019: ipotesi accordi per la maggioranza in Parlamento

Le elezioni europee del 2019, con l’ingresso in forza dei partiti sovranisti, nazionalisti ed euroscettici, rimoduleranno gli equilibri in Parlamento. Il Partito Popolare Europeo (PPE) e i socialdemocratici (S&D) sono ancora i gruppi politici più ampi, ma da soli non possono formare una maggioranza. In questo scenario, si inserisce l’ALDE capitanato da Emmanuel Macron, che raddoppia i propri seggi e si appresta ad assumere il ruolo di ago della bilancia dell’alleanza europeista. E, ancora, è da tener conto il boom dei Verdi, che sperano di portare la questione ecologista a livello europeo.

Uno dei primi compiti del nuovo Parlamento Europeo sarà quello di eleggere a maggioranza assoluta il Presidente della Commissione, il quale nomina, di concerto con il Consiglio dell’UE, la nuova commissione. L’atteggiamento che il nuovo Presidente avrà nei confronti dell’Italia dipenderà ovviamente dalla coalizione che lo eleggerà. Ma quali sono le ipotesi più probabili sugli accordi per la maggioranza in Parlamento? Vediamole nel dettaglio.

Europee 2019, le possibili coalizioni

La tornata elettorale per il nuovo Parlamento Europeo ha visto scendere i consensi dei partiti tradizionali, PPE e S&D, i quali hanno perso ciascuno una cinquantina di seggi. I deputati eletti nel 2014 si erano schierati, come sempre, sulla classica opposizione destra-sinistra, ma la nuova configurazione non permette più uno schema di questo tipo.

Il PPE ha ottenuto 182 seggi, e almeno due fattori correlati non gli permettono di guardare a destra per formare un’alleanza. Il primo è che gli eurodeputati sovranisti, ovvero quelli di ECR (il gruppo di Fratelli d’Italia), EFDD (Brexit) e ENF (Salvini, Le Pen), non bastano a formare una coalizione di maggioranza. Questa ipotetica alleanza consterebbe infatti di 353 seggi, dunque più di 20 sotto la necessaria soglia di 376.

La seconda è che il Partito Popolare, cercando l’alleanza con i nazionalisti, rischierebbe la scissione da parte dell’ala meno conservatrice. Difficilmente un convinto partito europeista come il CDU di Angela Merkel potrebbe accettare di dialogare con gli euroscettici. Quello dell’ex cancelliera è oggi il primo partito in Parlamento a pari merito con il Brexit Party, con 29 seggi ciascuno.

Coalizioni Parlamento Europeo, le ipotesi

Un’ipotetica coalizione fra socialisti, liberali e partiti minori potrebbe invece formare una precaria coalizione di maggioranza. Il gruppo S&D ha ottenuto 147 seggi, ALDE 109, i Verdi 69, GUE/NGL 38. Sommati fanno 363 seggi, ancora al di sotto dei 376 necessari. Mancherebbero insomma 13 voti, che potrebbero però essere raccattati fra i 29 eurodeputati non ancora affiliati ad alcun gruppo.

È chiaro, però, che una coalizione in Parlamento Europeo di questo genere potrebbe ottenere ben poco, dato che riunirebbe attorno a sé anime politiche molto diverse fra loro. In questo quadro i Verdi potrebbero giocare un ruolo chiave, dato che le posizioni più o meno ecologiste legano tutta l’ala sinistra del Parlamento e l’ALDE di Macron avrebbe più di una ragione per non opporsi.

Parlamento Europeo verso coalizione al centro?

L’ipotesi di coalizione più probabile per la maggioranza in Parlamento, però, è quella che vedrebbe tutti o quasi i partiti europeisti uniti contro il fronte euroscettico.

Un’alleanza fra PPE, ALDE e S&D, insieme, godrebbe di 438 seggi, una coalizione che reggerebbe anche con l’uscita di Labour e Liberaldemocratici britannici nel caso di Brexit. Anche perché con loro uscirebbe il Brexit Party di Nigel Farage dall’opposizione. Si va dunque verso una coalizione al centro, sulla quale incideranno forse più i rapporti fra gli Stati membri che le diverse ideologie.

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