L’incertezza continua a regnare a Cipro. Il ministro delle Finanze cipriota Michalis Sarris si è dimesso questo pomeriggio, apparentemente confermando le voci negate in precedenza secondo cui aveva già cercato di dare le dimissioni, portando a termine quello che deve essere uno dei più brevi periodi di tempo come ministro delle finanze della storia recente (35 giorni). Per aggiungere benzina sul fuoco, i rapporti iniziali suggeriscono che egli abbia rassegnato le dimissioni a causa delle indagini in corso sui fondi che le persone avrebbero trasferito all’estero in vista del piano di salvataggio. Fortunatamente, a differenza di altri aspetti della crisi, il governo cipriota non ha perso tempo nel nominare un successore in Haris Georgiadis, già in fila per ricoprire il ruolo.
Messaggio al popolo di Cipro
Nel frattempo, i controlli sui capitali sembrano destinati a durare molto più di una settimana. Riportiamo qui alcuni interessanti commenti da parte del Presidente del Parlamento cipriota Yiannakis Omirou che ha detto:
Vorrei mandare un messaggio al popolo di Cipro per dire che non c’è altro modo, non c’è alternativa se non quella di liberare (il paese) dalla troika e dai bond del Memorandum.... lasciandoci alle spalle la troika e lo SME (Sistema Monetario Europeo) garantendo la nostra indipendenza nazionale, la nostra sovranità nazionale, la nostra integrità morale e la nostra indipendenza economica ... Se rimaniamo vincolati alla Troika e al memorandum, il destino di Cipro è già predetto e non ci sarà alcun futuro.
Sicuramente non uno con peli sulla lingua.
Memorandum d’intesa
Inoltre, ieri è trapelata una bozza del contratto di prestito tra UE / FMI / BCE Troika e Cipro (memorandum d’intesa). E torna un altro discorso: nonostante tutti i discorsi sui depositi e le banche, Cipro sta ancora ricevendo un piano di salvataggio da €10 miliardi, che significherà sottoporsi al consolidamento fiscale e alle riforme strutturali (generalmente definite come ’austerità’) effettuate negli altri paesi che hanno ricevuto bailout. I punti chiave dell’accordo confermano:
- 7,25% del PIL nel consolidamento fiscale tra il 2012-2016;
- congelamento delle pensioni del settore pubblico e aumento due anni dell’età di pensionamento;
- implementazione di un piano quadriennale come predisposto dalla Pubblica Amministrazione finalizzato alla soppressione di almeno 1.880 posti permanenti nel periodo 2013-2016;
- aumento dell’aliquota dell’imposta sul reddito al 12,5%;
- aumento del tasso di imposta sugli interessi e dividendi al 30%.
Ci sono già molti dubbi circa l’applicazione e l’attuazione di tutte queste regole. Con la decisione sull’opportunità di estendere i controlli di capitali prevista per mercoledì sera o giovedì mattina, l’incertezza è destinata a continuare.
| Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: OpenEurope |
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