Scontri e proteste in a Hong Kong, città paralizzata. I cittadini manifestano contro il governo Cinese. Ecco tutti i motivi
Le proteste contro la Cina raggiungono la propria acme a Honk Kong. La città è ormai paralizzata e i mercati internazionali cominciano a preoccuparsi seriamente. Gli investitori si mostrano sempre più nervosi, mentre tra le imprese della regione sale il timore per la rivolta.
Sono molti i manifestanti che da ieri assediano la città reclamando libertà politiche e civili. Non si vedevano scontri così duri da dieci anni. Nel corso della mattinata il centro di Pechino si è letteralmente fermato, disagi e ritardi nei trasporti stanno caratterizzando le ultime ore.
Nell’ultimo fine settimana infatti la campagna di disobbedienza civile si è intensificata di ora in ora. I manifestanti hanno occupato il palazzo del Governo, costringendo la polizia all’evacuazione. Molti studenti sono stati arrestati, mentre si registrano i primi feriti.
La motivazione della protesta risiede nell’annuncio arrivato pochi giorni fa dalla Cina e riguardante il futuro capo del Governo locale che a partire dal 2017 verrà eletto a suffragio universale. Il punto è che i candidati (numero massimo 2 o 3) per presentarsi alle elezioni dovranno prima essere selezionati da un comitato governativo.
Ad oggi hanno aderito alla campagna più di 13mila studenti, mentre lo scorso luglio mezzo milione di cittadini avevano assediato le strade per protestare contro la crescente influenza di Pechino su Hong Kong.
La situazione comincia a preoccupare i mercati internazionali. Honk Kong rischia di perdere gli investimenti e di subire pesanti ricadute sulla borsa. Preoccupazione anche tra gli imprenditori che temono ripercussioni sulle loro aziende.
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