L’anno appena iniziato non sarà purtroppo quello che vedrà la fine della crisi.
Almeno non in Italia.
Anche il resto del mondo dovrà attendere che il lento e progressivo processo di uscita dalla precaria situazione economica dia i suoi frutti.
Le due superpotenze economiche di Oriente ed Occidente, Cina e America sembrano però aver ormai imboccato la giusta direzione e potrebbero rappresentare i motori della riscossa economica.
America
La rielezione di Obama potrebbe rappresentare un’ottima prospettiva di crescita per il paese nell’immediato futuro: in America il secondo mandato elettorale è solitamente il migliore per un Presidente che, non dovendosi preoccupare di future ri-candidature, può perseguire liberamente la propria politica.
Il compito che gli si prospetta è arduo: risanamento di un deficit pubblico stellare, riduzione delle diseguaglianze sociali e la reindustrializzazione del paese sono solo alcuni dei difficili nodi che Obama avrà l’onere di sciogliere durante il suo mandato.
- Il fiscal cliff pare ormai archiviato. Dopo il tour de forces che ha portato all’accordo in extremis tra Repubblicani e Democratici, l’America può tirare un sospiro di sollievo.
Scongiurato il baratro fiscale in cui il paese sarebbe precipitato automaticamente in assenza di provvedimenti, l’America può tornare a concentrarsi sugli sforzi per uscire dalla crisi.
- Il Fracking, una nuova metodologia estrattiva che va diffondendosi capillarmente negli Usa, sembra destinata a garantire al paese una totale indipendenza energetica, oltre che l’approvvigionamento di gas naturali a un costo estremamente competitivo.
- La percentuale di crescita del PIL americano stimata per il 2013 è del 2%.
Questo dato assegna agli Stati Uniti la medaglia di legno nella classifica stimata dall’OCSE.
Gli Stati Uniti si posizionerebbero infatti al quarto posto dopo Cina, India (5,9%) e Brasile (4,0%).
- La disoccupazione in America nel 2013 si attesterà intorno all’8,1%.
In questo caso il paese a stelle e strisce si situerebbe al terzo posto di una ipotetica classifica, alla pari con il Regno Unito ma dopo Cina e Germania (5,3%).
Cina
Il 2012 ha visto anche l’elezione del nuovo presidente cinese, Xi Jinping.
Elezione è, in effetti, una parola grossa, difficilmente accostabile alla realtà di un paese come la Cina, fondamentalmente alieno ai canoni di democrazia occidentali.
Più che di elezione, forse, sarebbe il caso di parlare di avvicendamento al potere.
Il gigante asiatico sembra ormai sul punto di risvegliarsi.
La Cina che Xi Jinping si appresta a governare è la seconda potenza economica mondiale.
Lungi dall’aver consolidato un benessere diffuso tra tutte le classi della popolazione, il paese si prepara a affrontare un momento estremamente delicato, che lo vede in bilico tra ripresa e crisi.
- La Cina si trova davanti a un bivio che vedrà il presidente impegnato nella scelta tra l’adozione di politiche sociali riformatrici o il consolidamento del potere della casta al comando del paese.
Purtroppo delle due ipotesi la seconda appare la più probabile.
- Le stime dell’OCSE sulla Crescita del PIL cinese nel 2013 sono decisamente rosee. Il paese andrà a gonfie vele in questo senso. La Cina si trova infatti prima in classifica con un netto distacco dalla seconda classificata, l’India. Il pil stimato dovrebbe toccare l’8,5%.
- Bene anche sotto il profilo occupazionale. Il paese vanta le migliori prospettive anche in questo ambito. Dalla Cina ci si aspetta per il 2013 che la disoccupazione non superi il 4,1%.
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