Gli analisti della Barclayìs dichiarano che la vendita delle riserve in valuta estera da parte della Cina per impedire la svalutazione dello yuan è insostenibile nel medio termine.
Tutti sappiamo che la situazione in Cina ha destabilizzato l’economia mondiale nelle ultime settimane. Tuttavia, gli analisti di Barclays, compagnia che offre servizi bancari e finanziari con base a Londra, hanno cercato di approfondire la situazione e dimostrare che gli avvenimenti recenti non hanno sorpreso solamente i mercati globali ma anche la Cina stessa.
L’11 agosto la Cina ha cambiato il meccanismo che utilizzava per fissare il valore della sua valuta, il che ha portato a una forte svalutazione durata tre giorni, mandando in crisi i mercati azionari del mondo.
Ecco le osservazioni della Barclays:
“Nei giorni successivi alla dichiarazione del cambiamento al sistema di fissaggio, il CNY si è indebolito molto, il che ha creato una forte pressione nei mercati globali.
È improbabile che questa fosse la reazione che si aspettavano in Cina, dato che da allora le autorità sono intervenute per impedire che ciò si ripetesse.
Il problema di questo approccio non è solo che manda messaggi conflittuali (ad esempio: malgrado il desiderio di evitare un’ulteriore determinazione del mercato, sta ancora intervenendo sulle riserve Forex per influire sulla valuta), ma che la Cina ha anche reso più difficile il commercio nel CNY perché ha aumentato i requisiti delle riserve nazionali per diminuire le aspettative di deprezzamento”.
La Cina sta tentando di reagire all’indebolimento del yuan, vendendo quasi 122 miliardi di dollari in riserve.
Ancora Barclays:
“Guardando avanti, non crediamo che una tale politica sia sostenibile dati i costi necessari sia in termini di dispendio delle riserve FX sia per le oscillazioni di liquidità.
Se continua il livello di intervento sul FX, riteniamo che la PBoC potrebbe perdere fino al 14% delle sue riserve FX (escluse variazioni di valutazione) nel periodo tra giugno e dicembre”.
È necessario, secondo gli analisti, che la Cina trovi un metodo alternativo per navigare in questo periodo di ‘assestamento’, in modo tale da evitare il depauperamento delle sue riserve FX.
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