Chi è senza green pass non può sfruttare ferie e malattia: ecco quando

Simone Micocci

1 Novembre 2021 - 08:27

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Niente green pass al lavoro? Non sempre si possono richiedere ferie e malattia: cosa dicono le FAQ e le linee guida ministeriali a riguardo.

Chi è senza green pass non può sfruttare ferie e malattia: ecco quando

L’obbligo del green pass al lavoro è stato introdotto ormai da due settimane, ma restano diversi dubbi.

Noi stessi vi abbiamo parlato di alcune alternative per chi è sprovvisto del green pass, ma non vuole che scatti l’assenza ingiustificata - come previsto dalla normativa - e la conseguente perdita della retribuzione. Ad esempio, ci sono lavoratori che hanno deciso di smaltire ferie e permessi arretrati per aggirare l’obbligo del green pass al lavoro, restando a casa senza però perdere lo stipendio. E il boom delle indennità di malattia riconosciute dall’Inps registrato in questi giorni, conferma che molti lavoratori hanno deciso di “mettersi in malattia” - con tutti i rischi del caso - pur di non essere assenti assenti ingiustificati.

Il problema è che non tutti i dipendenti possono approfittare di questi istituti, o almeno così si evince dalla lettura di linee guida e Faq ministeriali sul rientro in presenza. Queste regole, infatti, “suddividono” i lavoratori in due categorie: quelli che appunto possono anche approfittare di ferie e permessi, e quelli che invece ne sono esclusi fino a quando dimostreranno di avere il green pass.

Green pass e controlli: cosa dice la normativa

Le attuali regole riconoscono due diverse modalità di controllo del green pass sui posti di lavoro. Nel dettaglio, le aziende - in alternativa - possono:

  • controllare il green pass all’ingresso;
  • controllare il green pass ex post, ossia dopo l’accesso in sede.

La differenza può sembrare minima, ma invece non è così. Perché a seconda della modalità di controllo scelta dall’azienda ci sono diverse conseguenze per il lavoratore.

Controllo green pass all’ingresso

In questo caso la normativa stabilisce che qualora il lavoratore sia sprovvisto di certificazione non può essere ammesso sul posto di lavoro. Lavorativamente parlando questo deve tornare a casa e sul registro ci sarà l’assenza ingiustificata, con la perdita della retribuzione (e non solo). Ma attenzione, perché si legge anche che “il lavoratore risulterà assente ingiustificato fino all’esibizione della certificazione verde valida”.

Cosa significa questo? Interpretando alla lettera queste parole, ne risulta che fino a quando il dipendente non presenterà un green pass in corso di validità non potrà neppure far richiesta di ferie, permessi, né tantomeno potrà richiedere la malattia: per tutto il periodo che va dal primo controllo alla eventuale presentazione del green pass, dunque, questo sarà considerato assente ingiustificato in automatico.

Paradossalmente, se questo decidesse di sottoporsi a un tampone e ritornare al lavoro per qualche giorno, alla scadenza del green pass potrebbe richiedere direttamente uno degli istituti contrattuali di assenza retribuita, come appunto ferie o permessi.

Controllo green pass in sede

Discorso diverso per le aziende che invece decidono di controllare il green pass quando i dipendenti sono già in sede. In questo caso le linee guida precisano che il lavoratore che al controllo risulta essere sprovvisto di certificazione va allontanato e l’assenza registrata come ingiustificata. Nei giorni successivi, però, a questo viene data la possibilità di “fruire degli istituti contrattuali di assenza retribuita”.

Green pass al lavoro: non c’è uniformità di giudizio?

Effettivamente questa diversità di trattamento può lasciare più di qualche dubbio. Anche perché, va detto, le linee guida e le FAQ ministeriali sono scritte in modo tale da lasciare spazio a diverse interpretazioni e non solo per l’aspetto appena descritto.

Resta il fatto che dall’interpretazione che ne dà la stampa tutta, sembra effettivamente che nel caso del lavoratore senza green pass controllato all’ingresso non ci siano alternative all’assenza ingiustificata, mentre per chi viene controllato successivamente sì.

Quale potrebbe essere la motivazione?

Semplicemente perché negli enti che hanno scelto il controllo a tappeto svolto successivamente all’ingresso non può essere verificata la validità del green pass prima dell’accesso.

Non si può sapere se il lavoratore è entrato a lavoro con o senza green pass: potrebbe essere successo, dunque, che la certificazione sia scaduta in un successivo momento. L’unica conseguenza, dunque, è che il lavoratore è intimato a lasciare il posto di lavoro.

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