Negli ultimi giorni sui mercati finanziari la volatilità è aumentata a dismisura, complice anche la presenza di alcuni eventi macroeconomici molto attesi dagli investitori come la decisione sui tassi di interesse nell’area euro da parte della Bce e la diffusione dei dati sul mercato del lavoro negli Stati Uniti. Le borse hanno subito pesanti battute d’arresto, in particolare Tokyo e alcune piazze europee. Male anche i bond e qualche commodity. Il clima di maggiore avversione per il rischio ha favorito le cosiddette valute rifugio, ovvero yen e franco svizzero.
Le due safe heaven, che in realtà si apprezzano soprattutto a causa dei veloci riscatti di operazioni di carry trading e margin trading short, hanno messo a segno performance da capogiro in un lasso di tempo molto stretto. Lo yen è addirittura arrivato a guadagnare più del 4% sul dollaro americano in meno di tre giorni. Secondo gli analisti valutari, però, questa tendenza è solo temporanea e presto sarà nuovamente conveniente indebitarsi in yen e franchi svizzeri.
Secondo quanto dichiarato da Matteo Paganini, capo analista di Fxcm, il cross dollaro/yen dovrebbe salire almeno fino a 110 entro fine 2013 o all’inizio del prossimo anno. L’esperto spiega che la politica monetaria della Bank of Japan non consentirà allo yen di rivalutarsi, salvo clamorosi shock sui mercati finanziari. Paganini ritiene che "con l’Abenomics il rapporto euro/yen potrebbe seguire la strada del dollaro/yen e salire fino a 140".
Una situazione simile è riscontrabile anche sul franco svizzero, che la Swiss National Bank vuole debole nei prossimi anni per rinvigorire la forza dell’export elvetico. Il cross euro/franco svizzero è ancorato al peg di 1,20 da settembre 2011. Sul finire di maggio è salito fino in area 1,2650, poi è crollato a 1,2270. Paganini vede il cross Eur/Chf a 1,27 nei prossimi mesi e la SNB potrebbe addirittura alzare il floor da 1,20 a 1,25.
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