Il Governo Spagnolo ha pubblicato dati preoccupanti sulla propria situazione finanziaria: lo Stato centrale spagnolo conta un deficit di 50,13 miliardi di euro nei primi otto mesi del 2012, pari al 4,77% del Pil e del 23,8% in più sullo stesso periodo del 2011.
La Spagna dimostra in questo modo di non essere in grado di reggere le terapie "lacrime e sangue" imposte dalla UE per il recupero della "credibilità" sul debito iberico.
In questi giorni si sono verificati degli scontri tra manifestanti (stimati in diverse migliaia) e polizia nella capitale. Gli "indignati" spagnoli protestano contro quello che definiscono il golpe finanziario ai danni della popolazione civile, una visione a dire il vero difficile da contestare per un paese che ha una disoccuopazione monstre e necessita di soluzioni soprattutto in questo senso.
Come fa notare anche il Financial Times, il problema della Spagna sono le riforme prima del debito.
L’aumento della tensione più di nuove pressioni finanziarie potrebbe finire per destabilizzare la situazione Spagnola che potrebbe portare una nuova ondata speculativa sui debiti europei.
Catalogna: il 25 novembre si vota per la secessione
Artur Mas, presidente della Catalogna, la regione autonoma della Spagna che è tra le zone più ricche del paese, ha annunciato l’anticipazione al 25 novembre per le elezioni sull’autodeterminazione della Catalogna.
La Catalogna è anche la regione più indebitata della Spagna con un debito che pesa il 22% sul PIL nazionale. Nonostante ciò i sondaggi danno il SI alla secessione all’80% di preferenze: nulla di strano per un paese in cui le minoranze regionali conservano una forte identità tradizionale (basti pensare ai separatisti Baschi).
Una nuova data entra quindi sull’agenda dell’Europa: 25 novembre, sempre che nuove cattive notizie non si manifestino nel frattempo.
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