Cancellieri: valutiamo arresto differito e Daspo per le piazze. Obiezioni: minacciato un diritto costituzionale

Piero Capello

23 Novembre 2012 - 13:32

Cancellieri: valutiamo arresto differito e Daspo per le piazze. Obiezioni: minacciato un diritto costituzionale

Parole dure dal Ministro Cancellieri contro le violenze di piazza. Si valutano nuove misure per garantire la sicurezza dei cittadini.
Proposto il ricorso all’arresto differiot e l’introduzione del Daspo anche per le manifestazioni, ma, quest’ultima misura sarebbe in contrasto con l’articolo 16 della Costituzione, che prevede la libertà di circolazione di ogni cittadino sul territorio nazionale.

Le proposte del Ministro sono maturate in seguito agli scontri violenti di mercoledì scorso avvenuti in diverse città italiane. Resta alta la preoccupazione per lo sciopero di domani: nella manifestazione di Roma si temono scontri tra studenti e CasaPound.

L’arresto differito

L’arresto differito non è una novità. Si tratta di una misura già proposta nel cosiddetto “pacchetto Maroni". In seguito, non si è mai proceduto ad una sua applicazione in piazza, riservandone l’uso agli stadi.

Tale strumento estende la possibilità di arrestare i responsabili di disordini e violenze sino a quarantotto ore dopo i fatti, se questi venissero individuati nei filmati in oggetto. Lo scopo è fornire alle forze dell’ordine più tempo per identificare i violenti in maniera precisa, anche attraverso i filmati, ed evitare di procedere all’arresto in un ambito rischioso.

Cancellieri porta un esempio pratico dell’utilità dell’arresto differito: a Roma è presente una banca che puntualmente è oggetto di atti vandalici durante le manifestazioni; arrestare i devastatori nel mezzo dei disordini non garantirebbe di salvare la banca, anzi, potrebbe generare reazioni non prevedibili tra la folla.
Lo strumento costituirebbe una risorsa aggiuntiva per le forze dell’ordine. I risultati ottenuti negli stadi ne hanno già dimostrato l’efficacia.

Cos’è il Daspo

Il “Divieto di Accedere alle Manifestazioni Sportive” è stato introdotto con la legge 401 del 13 Dicembre 1989.

La necessità di tale misura si era palesata in occasione dei terribili scontri del 1985, durante la finale di coppa dei campioni tra Liverpool e Juventus, a Bruxelles, che causarono la morte di 39 tifosi Italiani.

L’impatto di questi eventi fu tale da generare una reazione a livello europeo che condusse alla ratifica della Convezione Europea di Strasburgo, l’agosto dello stesso anno.

In linea con l’Europa, l’Italia introdusse una serie di misure per la tutela della sicurezza negli stadi, tra cui il Daspo.

Tale provvedimento viene emesso dal questore ed ha una durata che varia tra uno e cinque anni. Durante tale periodo, al soggetto ritenuto pericoloso è vietato accedere a determinate manifestazioni sportive. In alcuni casi, vige anche l’obbligo di presentarsi ad un ufficio di polizia, in concomitanza temporale con le manifestazioni sportive a cui gli è stato precluso l’accesso.

Perché il Daspo lede un diritto costituzionale

L’idea di estendere il Daspo alle piazze consisterebbe nell’escludere i soggetti che si sono resi responsabili di atti violenti dalle manifestazioni pubbliche a rischio esattamente come già avviene per quelle sportive.

Applicare un simile provvedimento nel contesto delle dimostrazioni di piazza, sarebbe complesso: si rischierebbe di ledere un diritto costituzionale, garantito dall’articolo 16, il quale prevede la libera circolazione dei cittadini italiani sul suolo pubblico.

La Cancellieri ha affermato che l’eventualità di un simile provvedimento verrà comunque valutata e che si sta già procedendo ad analizzare gli aspetti costituzionali connessi.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it