Bundesbank, crisi debito: orizzonti difficili per la Germania. Rischio recessione?

Nadia Fusar Poli

21 Novembre 2011 - 14:28

Bundesbank, crisi debito: orizzonti difficili per la Germania. Rischio recessione?

BUNDESBANK, CRISI DEBITO- La Germania attraverserà un periodo turbolento in termini economici nel corso dei prossimi mesi e la sua crescita, il prossimo anno, dovrebbe rallentare e farsi più debole. Queste le conseguenze della crisi del debito, le cui ripercussioni, dai paesi periferici della zona euro, interesseranno, nel complesso, tutta la regione.

Nel suo rapporto mensile, la Bundesbank, la banca centrale tedesca, invita pertanto i paesi direttamente colpiti dalla crisi a ripristinare l’ordine nelle finanze pubbliche, riaffermando di fatto la sua posizione di lunga corso, secondo cui le soluzioni nazionali sono preferibili a un ricorso all’aiuto da parte della Banca centrale europea (BCE).

Per la Germania, l’ipotesi di una crescita compresa fra lo 0,5% e l’1% l’anno prossimo è realistica. Il mese scorso, il governo tedesco ha annunciato una previsione di crescita dell’1% nel 2012.

"Nei prossimi mesi, l’economia tedesca probabilmente entrarà in difficili acque economiche", sostiene il rapporto, aggiungendo che la crisi del debito sovrano potrebbe avere un impatto sui partner commerciali della Germania.

"In questo contesto, è particolarmente importante per i paesi della zona euro intraprendere un’azione rapida e decisiva per evitare che la fiducia nella solidità delle finanze pubbliche sia ulteriormente erosa, e per riconquistare la competitività perduta", prosegue il rapporto della Bundesbank.

La relazione di novembre fornisce altresì alla Bundesbank una nuova opportunità per criticare l’idea di trasformare la Banca centrale europea (BCE) in un prestatore di ultima istanza della zona euro, una tesi sostenuta, tra gli altri, dalla Francia.

Una messa in comune delle responsabilità ridurrebbe la pressione sui paesi direttamente coinvolti in materia di finanze pubbliche.
"Questo crea un rischio di indebolimento delle finanze pubbliche e aumenta la probabilità di conflitto con una politica monetaria orientata verso la stabilità", dice il rapporto.

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